Palestra di roccia

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    Tra le Dolomiti ampezzane, patrimonio dell’Unesco e museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale, si è svolta l’esercitazione “5 Torri 2017”, importante appuntamento internazionale per l’addestramento delle truppe da montagna. Ogni anno le attività diventano sempre più complesse e ricche di novità. 

     

    In quest’edizione, oltre alla consueta attività dei reparti in armi, c’è stata la partecipazione di alcuni operatori specializzati del 118, di un gruppo di rocciatori della Sezione Ana di Bergamo, mentre alcuni rievocatori del Battaglione Sette Comuni di Padova hanno ricordato il Centenario della Grande Guerra. La parte principale dell’esercitazione è stata quella eseguita dagli alpini e dai militari di altre specialità che, di fronte ad un vasto pubblico, hanno dato dimostrazione delle capacità nel saper operare in un ambiente duro e selettivo come quello montano, svolgendo attività alpinistiche e tattiche.

    Nell’esercitazione è stato impegnato il personale che ha frequentato i corsi alpinistici primaverili, una compagnia del 7º reggimento della Julia e le Squadre Soccorso Alpino Militare, impiegate lo scorso inverno in Centro Italia per prestare soccorso alle popolazioni colpite dall’eccezionale ondata di maltempo. Sono stati coinvolti anche ulteriori assetti specialistici come gli elicotteri del 4º reggimento Altair di Bolzano e dell’Aeronautica Militare, Ranger del 4º Alpini paracadutisti, i cinofili del Centro Militare Veterinario e del 17º reggimento di artiglieria Sforzesca, i trasmettitori del 2º reggimento e gli istruttori di alpinismo di Carabinieri e Marina Militare, ad evidenziare l’importanza del processo di integrazione e interoperabilità che caratterizza sempre più le Forze Armate. Aspetto fondamentale questo, come ricorda il comandante delle Truppe Alpine gen. C.A. Federico Bonato, anche «per confrontarsi con diversi enti e organizzazioni, che sono poi quelle che operano con noi in caso di calamità, è essenziale aver gli stessi criteri e procedure di lavoro ».

    Uno dei momenti più emozionanti delle attività in parete è stato la corda doppia su corda statica di 200 metri con una calata a grappolo e tre alpini che hanno simulato una manovra di soccorso, mentre nell’atto tattico è sempre spettacolare il connubio tra uomo e macchina con la discesa dei reparti tramite la fast rope dall’elicottero AB-205 e, una volta raggiunto l’obiettivo, l’esfiltrazione in sospensione con un Chinook. Quest’anno anche l’Ana ha partecipato all’esercitazione con una squadra rocciatori della Sezione di Bergamo, composta da Claudio Carrara, Marco Donadini, Claudio Giudici e Valentino Visinoni che sono stati impegnati nell’ascensione della via Lusy. «È il suggello di quanto sempre più l’Ana e le Truppe Alpine fanno assieme. Dobbiamo pensare ad un futuro insieme ancora più roseo», ha sottolineato il Presidente nazionale Sebastiano Favero, presente all’esercitazione insieme al vicario Giorgio Sonzogni e ai due vice Presidenti Massimo Curasì e Alfonsino Ercole.

    Il Presidente Favero ha anche ringraziato i rievocatori per aver saputo raccontare come combattevano le penne nere durante la Prima Guerra Mondiale, un bel confronto con gli alpini di oggi, meglio equipaggiati e tecnologicamente all’avanguardia, ma sempre con l’uomo al centro. È stato il comandante Valerio Burattin del “Battaglione Sette Comuni” a guidare la simulazione dell’assalto, in «una congiunzione tra passato e presente, per far capire i patimenti dei nostri trisnonni nella Grande Guerra». Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha evidenziato come «l’addestramento montano è fondamentale perché la montagna è una grande palestra che forgia ogni militare nel corpo e nello spirito. La nuova minaccia terroristica – ha ricordato Graziano – chiede grande prontezza ed elevato livello addestrativo che consenta alle nostre Forze Armate di operare all’estero e in Italia. Ciascun militare attraverso prove come quelle che abbiamo potuto apprezzare oggi, raggiunge una elevata versatilità di impiego e si confronta con il proprio coraggio, qualità necessaria per operare in un ambiente che dal punto di vista della prova fisica è proibitivo ed assoluto».

    Significativa anche la presenza delle delegazioni di eserciti stranieri appartenenti ai Paesi alleati e amici che quest’anno erano ben 15. Rivolte al tema dell’impegno comune sono state le parole del ministro della Difesa Roberta Pinotti: «È bello che ci sia una partecipazione di tante delegazioni straniere, poiché oggi ci sono minacce internazionali che ci impongono di lavorare insieme. È quindi significativo che ad addestrarsi insieme su queste montagne ci siano gli alpini, i rappresentanti di altre Forze Armate e i militari dei Paesi amici e alleati». Al termine dell’esercitazione lo spettacolare passaggio delle Frecce Tricolori ha salutato il personale impegnato nell’attività e il pubblico, disegnando un grande Tricolore nel cielo delle Dolomiti.