La manichea volontà di dividersi

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    Quando arriva L’Alpino è una festa. Un grazie a tutta la redazione. Bruno, la tua onestà intellettuale ti farà restare “don”. Ma va bene così, intendiamoci. A proposito del Tricolore italiano con la stella rossa al centro, posso dire anch’io, però come l’alunno dell’ultimo banco, che quelle bandiere io le ho proprio viste sfilare (avevo sei anni) qui per Gorizia, nel 1945 ed erano le bandiere dei partigiani italiani della zona, per la maggior parte comunisti e socialisti, che vagheggiavano la Venezia Giulia come 7ª Repubblica federativa della Jugoslavia.

     

    Queste formazioni erano chiamate “garibaldine” ma non avevano nulla a che fare, come già chiarito, con la Divisione partigiana italiana Garibaldi formatasi in Montenegro nel dicembre del 1943. Quello che sconvolge è che ogni tanto qui a Gorizia queste bandiere con la stella rossa, accuratamente conservate in qualche cassetto, ricompaiono impunite quando in città si organizzano cerimonie che possono anche avere un sapore nazionalistico. Sì, caro don Bruno, qui a Gorizia la lotta continua. Lo scorso mese di gennaio, qualche superstite della 10ª mas che, nel gennaio 1945, a Tarnova della Selva, cercò di fermare i titini perché non arrivassero a Gorizia (riportando gravissime perdite) è stato ricevuto in municipio per una commemorazione. Se non ci fosse stato un reparto di polizia in tenuta antisommossa a tenere separate le fazioni, non so come sarebbe andata a finire. Ora debbo firmare e chiedo scusa del “peccato associativo” che vado a commettere. Ma io sono proprio orgoglioso di aver frequentato la Smalp nel 1962 che mi ha dato una formazione assolutamente di prim’ordine e dove ho conosciuto personaggi eccezionali quali, fra gli altri il cap. Ettore Riccio, i tenenti Pelazza e Dal Negro, i sergenti istruttori Facchinetti e Topazzini, il cap. Pistono che fu capo del reparto militare nella spedizione all’Everest, il cap. Valentino Stella più volte vincitore con due suoi fratelli del trofeo Mezzalama, il compagno di corso Blua poi comandante del plotone atleti di Courmayeur.

    Claudio Tosoratti

    C’è una cosa che non sopporto, caro Claudio. Ed è che a distanza di quasi ottant’anni persista la volontà manichea di dividersi, come se l’inimicizia fosse un valore con cui distinguersi. Sarà perché il rancore non mi appartiene, ma una società che perpetua la memoria delle contrapposizioni è destinata a restare sempre malata e frantumata. Purtroppo.