Il fuciliere

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Per le Forze Armate italiane, il 4 novembre è un giorno importantissimo, per l’Italia un giorno memorabile, per gli Italiani un giorno di pace! Per il 1° caporal maggiore Cesare Pistilli, alpino abruzzese del 9° reggimento, è un giorno di missione in Libano così come lo sarà il prossimo 25 dicembre di Natale o il primo dell’anno. Una precisazione! Non che Cesare non senta l’importanza della ricorrenza, anzi. Fiero di quanto le Forze Armate italiane, e in particolare gli alpini, hanno fatto negli anni della Grande Guerra, se ne è vantato tutta la sera con i colleghi francesi guadagnandosi la curiosità di quelli armeni che parlicchiano un po’ di italiano; per lui, in ogni caso, è un giorno di missione come altri, poiché con la sua squadra di alpini anche oggi, come ieri e come i prossimi mesi, pattuglierà il sud del Libano per garantire la sicurezza dei villaggi Libanesi e la stabilità dell’area.

Un compito delicatissimo, scrupoloso, mai ripetitivo! Necessario a mantenere quest’area del Medio Oriente stabile malgrado le crisi che stanno sconvolgendo i Paesi confinanti.

Cesare lo sa bene, il suo addestramento in Patria e la sua esperienza in Afghanistan lo hanno fatto diventare un abile fuciliere. Tuttavia, non basta essere solo un fuciliere; per operare con successo nei territori del sud del Libano si è preparato molto anche sui libri e frequentando lezioni di cultural awarness a L’Aquila, durante il semestre di preparazione per la missione.

La conoscenza del Libano, delle tradizioni e delle cultura dei suoi abitanti completa la sua esperienza di esperto fuciliere, consentendogli di vegliare sulla stabilità dell’area e contemporaneamente di approcciare nel migliore dei modi la popolazione dei villaggi a cui dedica attenzione e grande rispetto.

Una volta salito sul mezzo, in “ralla”, messo l’auricolare della radio e indossato il suo elmetto blu, rigorosamente con la penna nera, Cesare inizia il pattugliamento diventando un tutt’uno con il resto della squadra. Nessuna prima donna, nessun personalismo. Ciò che veramente conta è il gruppo, il suo gruppo.

“Durante il giorno incrociamo moltissime persone nei villaggi e nelle strade che pattugliamo, mi salutano io ricambio e sorrido… sebbene siamo accolti sempre con calore, l’attenzione non viene mai meno e, con la consueta professionalità, controlliamo il rispetto della risoluzione ONU 1701”.

“Di notte è tutto buio, non vi sono luci elettriche accese e quando ci posizioniamo lungo la Blu line con i nostri “Lince”, al minimo rumore, il riflesso automatico frutto del lungo addestramento e l’istinto del fuciliere ci fanno imbracciare i nostri visori notturni, pronti a controllare in ogni direzione”.