I “veci” del 32° Acs a Lastebasse, dopo 45 anni

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Una pagina da libro cuore, ma scritta con la penna d’alpino. Avevano vissuto assieme per cinque mesi da ventenni l’esperienza del servizio militare poi le tracce si sono perse, complici prima le diverse destinazioni e poi le priorità nella vita civile. Un vuoto durato ben quarantacinque anni, colmato però da un piccolo miracolo che ha permesso un rendez vous che sembrava solo un sogno. E’ la storia toccante che racconta l’incontro, dopo quasi dieci lustri, dei vicentini protagonisti nel 1971 del 32° Corso Allievi Sottufficiali alla Scuola Militare Alpina di Aosta.

In tutto 22 che arrivarono alla caserma Cesare Battisti provenienti da Vicenza, Schio, Monte di Malo, Arzignano, Thiene, Tezze sul Brenta, Valdagno, Costabissara, Arsiero, Recoaro, Torri di Quartesolo, Asiago e Montecchio Precalcino. Si sono ricongiunti domenica al Baito Coston di Lastebasse. Il tempo passato ha lasciato i segni solo nei tratti somatici, non nei sentimenti perché al Baito Coston si respirava davvero una atmosfera di indescrivibile commozione. A creare le basi per ricontattare i vecchi amici è stata l’avvedutezza di Radames Saccozza di Caldogno (risultò primo fra i 350 partecipanti al 32° ACS) che ebbe cura di stilare un elenco dei vicentini con relativi indirizzi. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, accompagnata dall’Inno di Mameli, è stato lui a leggere la ‘Preghiera dell’alpino’ con sottofondo la canzone ‘Signore delle Cime’ di Bepi De Marzi. C’è stato pure un momento di intenso raccoglimento al ricordo di ‘quanti sono andati avanti’ preceduto dalle note del silenzio fuori ordinanza. In quel quasi mezzo secolo, che le tracce dei veci del 32° ACS si erano dissolte, praticamente tutto era cambiato quanto a dati di residenza e la ricerca effettuata da Giannino Danieli si rivelò un’opera titanica costellata da mille difficoltà non ultima la legge sulla privacy. Alla fine, dopo mesi di lavoro senza sosta, ben venti su ventidue i compagni di naja rintracciati. “Ero uscito da una delicata operazione al cuore – ha ricordato Danieli –, mi ritenni miracolato dal Signore e restituito alla vita da grandi professionisti medici. Ma la voglia di continuare a vivere me la diedero mia moglie Gloria e mio fratello Roberto. Lì trovai la spinta e la determinazione per andare alla ricerca di quei compagni che furono parte importante di un periodo indimenticabile di un passato tanto lontano”. Il Baito Coston, teatro dell’evento straordinario, è stata una destinazione tutt’altro che scelta a caso. Ai vertici della struttura quattrocentesca c’è in-fatti l’architetto Vasco Milani che per breve tempo fu aggregato al 32° Corso per poi passare nei ruoli Allievi Ufficiali di Complemento, congedato con il grado di maggiore. Un caso davvero unico il suo. E per la eccezionale reunion ha fatto da chioccia ai vecchi amici. “Sono davvero orgoglioso – ha detto – di aver fatto parte seppur per breve tempo del 32° ACS. I sottufficiali meritano una menzione particolare, sono loro i protagonisti della formazione degli ufficiali”. Un remember speciale al momento del rancio alpino perché tutti sono sfilati nuovamente davanti ai pentoloni con tanto di vassoi, stavolta di plastica. Parafrasando l’acronimo ACS (Allievi Sottufficiali di Complemento) scherzosamente ribattezzato dai veci A Cosa Serve, il sergente Saccozza ha cam-biato registro sottolineando seriamente che “serve a dimostrare che, anche dopo un lungo periodo di oblio, bastano un’idea e un tentativo perché la fiamma dell’amicizia e lo spirito di appartenenza ad una storia epica fungano da spinta per ritrovarci insieme… è servita a farci affrontare la vita, ognuno alla propria maniera, ma ad affrontarla con tutti quei valori che ora sembrano irrimediabilmente perduti… serve per dire che quel breve periodo di comunità ad Aosta ci ha impresso un segno indelebile”. Una giornata assolutamente straordinaria chiusa da forti abbracci e una foto di gruppo. E una comune solenne promessa di dare continuità ad eventi com’è stato il primo ritrovo.

Giannino Danieli

(Foto Mario Forestan)