Doppio sforzo, doppia gioia

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    Esperimento riuscito. Il duathlon, disciplina che include due gare, una di corsa e l’altra in mountain bike, ha fatto il suo esordio alle Alpiniadi estive. Venerdì dopo gli sforzi spesi nella corsa a staffetta, molti atleti hanno sfidato la propria tempra iscrivendosi anche a questa prova. Siamo a Borgo San Dalmazzo, la cittadina campo base di questa quattro giorni di sport. Sono in centosettanta sulla linea di partenza, poco distante altrettante biciclette ognuna con accanto un caschetto.

    Due giri di corsa da 3 chilometri ciascuno, e un anello di 11,5 chilometri da percorrere in mountain bike. I tecnici della Commissione sportiva nazionale attendono il via, aggiustano gli ultimi dettagli, vogliono che tutto sia ineccepibile. Sul primo tratto d’asfalto centinaia di scarpe colorate si inseguono, si superano, si distanziano fino a perdersi. Il gruppo partito compatto, si disfa lungo il percorso: ciascun atleta prende il proprio ritmo, lascia che respiro, gambe e braccia trovino l’armonia perfetta.

    Primo giro, primi 3 chilometri. E poi un altro, ancora 3 chilometri. Giunti sull’ultima curva puntano diretti alla bicicletta. Cambiano le scarpe, indossano il caschetto, raggiungono la linea di partenza e infilano la bici. Un’energica pedalata poi un’altra fino a trovare il miglior assetto per affrontare il percorso e giungere all’undicesimo chilometro. Non passa un’ora che dalla curva spunta in fuga il primo atleta: ‘Che numero, che numero?’ si domandano gli accompagnatori sportivi. E più si avvicina e più il volto si distende fino ad allargarsi in un sorriso.

    Michele Sartori taglia il traguardo, posa la bici e abbraccia il suo ‘coach’ che gli si fa incontro rubicondo di gioia! È la sezione di Parma a trionfare sulle altre favorite. Forse il senso di queste competizioni sta proprio lì, in quell’abbraccio spontaneo che colma le distanze generazionali, zittisce i malumori, diventa esempio per tutti.