COLICO – In raccoglimento per Nikolajewka

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    Dal 1946 Colico celebra il ricordo della battaglia di Nikolajewka con una cerimonia sempre molto partecipata, sia dalle penne nere che dalle autorità civili e militari. È un momento di riflessione su un lascito storico che riguarda tutti. Così è stato anche per il 75º anniversario celebrato, come consuetudine, nella prima domenica di febbraio in una cornice di montagne innevate. 

    Il paese era vestito di Tricolori e invaso dagli alpini con vessilli e gagliardetti, accanto ai gonfaloni della Regione Lombardia, delle Province di Lecco, Como e Sondrio, presenti con i loro presidenti, e del Comune di Colico, i labari delle associazioni d’Arma e di volontariato con una rappresentanza delle scuole locali. Già, perché la giornata non vuole esaltare la guerra, bensì insegnare ai giovani i suoi orrori perché dimenticando, facilmente si ricade negli stessi errori.

    La Messa, accompagnata dal coro “Musica Viva” diretto dal Maestro Giorgio Senese, è stata celebrata nella chiesa di San Giorgio da monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi, che nell’omelia ha citato l’esempio di due grandi alpini, don Carlo Gnocchi e Teresio Olivelli, prima Medaglia d’Oro al valore militare ad essere proclamato Beato. La corona in onore dei Caduti di tutte le guerre è stata scortata dal Presidente nazionale Sebastiano Favero, dal Presidente della Sezione di Colico Luigi Bernardi, dal comandante del 5º Alpini col. Ruggero Cucchini, dal prefetto di Lecco Liliana Baccari e dal sindaco di Colico Monica Gilardi.

    Il Presidente nazionale Favero, con la sua oratoria sentita e coinvolgente, è tornato sul tema dei valori, dell’identità e della Bandiera, e ha ricordato che sono necessari per costruire e difendere la pace. Il Presidente sezionale Bernardi ha ricordato che Colico commemora la battaglia da 72 anni e uno dei primi ospiti fu proprio quel generale Luigi Reverberi che aveva comandato a Nikolajewka.

    Facendo un parallelo, ha sottolineato che per celebrare “il giorno della memoria” in ricordo dell’olocausto ci sono voluti ben sessant’anni e una legge dello Stato, mentre gli alpini ricordano Nikolajewka da sempre, senza che nessuno glielo dica. La gratitudine per avere invitato a Colico, come ogni anno, un picchetto in armi del 5º Alpini di Vipiteno è stata espressa dal suo comandante, il col. Ruggero Cucchini. L’ufficiale ha rivolto un ringraziamento alla comunità che li ha accolti, ha reso onore a coloro che hanno preceduto i soldati oggi in armi che continuano la tradizione alpina e ha ribadito a gran voce che la pace non è uno status quo ma va costruita tutti i giorni con impegno e sacrificio, anche lontano dai nostri confini.

    Presente a Colico il reduce Peperino Colombini, classe 1924, alpino del btg. Morbegno fatto prigioniero a San Candido, portato in tre diversi campi di concentramento in Germania, tornato a casa solo nell’estate del 1945. A lui è stata consegnata una targa proprio dai ragazzi delle scuole a suggellare il significato della manifestazione, rivolta alle nuove generazioni affinché ricordino ciò che è successo. La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza della fanfara alpina Valtellinese e della fanfara alpina “Alto Lario Cavalier Mariano Stella”.

    Mario Vassena