Anche l’alpino piange

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    Sono un amico degli alpini, fratello di un alpino classe 1932 che purtroppo già da parecchi anni è “andato avanti” mentre era ancora Capogruppo degli alpini di Cismon del Grappa. Ma veniamo al motivo di questa mia che vorrei dedicare a mio fratello Pasquale. Non se ne abbia direttore, se mi permetto di suggerirle il titolo: anche l’alpino piange. No, non è il nostro meraviglioso giornale, come avrà subito pensato. Bensì l’alpino in carne e ossa, descritto da molti come il meglio del nostro esercito italiano. 

     

    Uomo rude, a volte scontroso, forte più della granitica roccia con cui ha diviso gran parte della sua vita militare. Siamo in quella meravigliosa città di Treviso. Città ospitante della 90ª Adunata nazionale. Sabato, tardo pomeriggio, giorno prima dell’imponente sfilata, onore e vanto delle penne nere. In una stradina della città di Treviso si esibisce un piccolo coro di non più di una decina di elementi. Non so né il nome né la provenienza, so solo che cantavano molto bene. Mi fermo ad ascoltare quelle bellissime canzoni, alcune in un dialetto a me incomprensibile. Dopo un po’ di tempo decidono (come fanno tutti) di spostarsi in un’altra strada quando dal folto gruppo di ascoltatori, alpini e non, si staccò una bambina bionda di nove, dieci anni e aggrappandosi ai pantaloni del maestro del coro, quasi supplicandolo disse: «Non andate via, rimanete ancora per l’ultima canzone, mi piacerebbe tanto quella che mio nonno cantava sempre e che si chiamava Sul cappello». Il maestro davanti a quella innocente richiesta non solo riunì nuovamente il coro, ma prese la bambina e la posizionò al centro dei coristi. Intonò la canzone da lei richiesta. La bambina emozionatissima cantò assieme a loro senza sbagliare una parola. Terminata la canzone, un scrosciante applauso rimbombò in tutta la via. Tutti applaudivano, coristi compresi. La commozione era alle stelle, tanto che vicino a me ho visto quattro “veci” alpini piangere. Non posso nascondere che anche sul mio viso qualcosa luccicava. Viso di un semplice amico degli alpini. Grazie bambina.

    Antonio Fiorese Gruppo Cismon del Grappa, Sezione Bassano del Grappa

    Sono i piccoli gesti che fanno le rivoluzioni. L’importante che sappiano dire qualcosa che viene davvero dal cuore.