Alla Campana di Rovereto la cerimonia di pace in ricordo di tutti i Caduti

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Una cerimonia interreligiosa in ricordo di tutti i Caduti che senz’altro – per il suo portato straordinario – verrà ricordata negli annali dell’Associazione Nazionale Alpini. Questa mattina, sul Colle di Miravalle, la Campana dei Caduti di Rovereto, simbolo di pace universale, ha suonato in ricordo dei caduti di tutte le guerre dando il via alle cerimonie ufficiali della 91ª Adunata Nazionale degli Alpini. Un momento toccante, di una potenza unica, cominciato con l’arrivo della fiaccola che i giovani dell’ANA, saliti a piedi dal Sacrario di Castel Dante, luogo dove riposano le spoglie di migliaia di Caduti d’ogni nazionalità e fede religiosa, hanno consegnato nelle mani del reduce della campagna di Russia Guido Vettorazzo, alpino di 97 anni, con il quale hanno acceso assieme il braciere ai piedi di Maria Dolens. Sul manico della fiaccola una frase di papa Wojtyla: “La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro”.

I giovani tedofori hanno fatto il loro ingresso nell’anfiteatro alle 11 attraverso il viale su cui sventolano le bandiere di ben 89 Paesi, che in vari momenti hanno dato la loro adesione alla Campana dei Caduti e al progetto di pace portato avanti dalla Fondazione intitolata a quest’opera maestosa, voluta nel primo dopoguerra da don Antonio Rossano, allora parroco di Rovereto, per commemorare i Caduti di ogni fronte. Nel frattempo, il pubblico accorso numeroso, assieme alle Sezioni Ana di tutta Italia, con vessilli e gonfaloni, era stato accolto dalla fanfara alpina di Lizzana e dai canti del coro sardo Nugoro Amada.

L’arcivescovo metropolita di Trento, monsignor Lauro Tisi, ha presieduto la preghiera ecumenica, monito di pace universale, assieme al pastore evangelico Micael Jaeger e al responsabile della comunità ortodossa di Trento Joan Catalin Lupasteanu. Presenti alla toccante cerimonia anche numerose autorità civili e militari che hanno invocato assieme la pace e sempre assieme hanno deposto una corona ai Caduti: un omaggio alle vittime di tutte le guerre, senza distinzione di divisa. Il Silenzio è stato invece suonato con uno strumento quanto mai singolare: la cornetta con cui, nel 1918, un drappello austriaco suonò chiedendo la sospensione del combattimento per avviare le trattative di pace.

I cento rintocchi di Maria Dolens, realizzata con il bronzo dei cannoni delle 19 nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale, infine, hanno chiuso idealmente questo percorso durato cent’anni.

“Gli alpini hanno sempre visto nel Trentino un esempio importante – sono state le parole pronunciate ad inizio manifestazione – per l’impegno della sua protezione civile, per i valori della solidarietà e del mutuo aiuto che ispirano il suo operato, per il suo impegno sul fronte della pace”.

E “pace” è stata la parola pronunciata più volte nel corso della cerimonia. Una 91ª Adunata degli Alpini che, a cent’anni dalla fine del primo conflitto mondiale, si svolge all’insegna della memoria di tutti i caduti e della riconciliazione, ribadendo ancora una volta la fede degli alpini – e assieme ad essi di tutte le altre istituzioni coinvolte – nella pace e nella solidarietà.