Accanto ai sofferenti

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    Alpino, infermiere, servitore dei malati e dei poveri, il cottolenghino fratel Luigi della Consolata, al secolo Andrea Bordino, è stato proclamato Beato lo scorso 2 maggio nell’area Vitali del parco Dora, a Torino. A presiedere la cerimonia, in rappresentanza di papa Francesco, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi. 

    «Concediamo che il venerabile Servo di Dio, Luigi di Maria Consolata, che sull’esempio del buon samaritano si dedicò totalmente al servizio dei poveri, sia d’ora in poi chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa il 25 agosto». Con queste parole pronunciate dal cardinale Amato, prese dalla lettera apostolica del Papa, è avvenuta ufficialmente la beatificazione che è stata inserita al centro dell’Ostensione della Sindone, dedicata quest’anno ai malati e ai giovani.

    Erano presenti alla cerimonia migliaia di fedeli, di alpini in armi e in congedo da tutta Italia, il Presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, il Labaro, 24 vessilli sezionali e 120 gagliardetti di Gruppo. «Fratel Bordino ha espresso il meglio del suo carisma proprio nel servizio infermieristico », ricorda il cottolenghino fratel Roberto Colico, dell’Associazione per la beatificazione. Il legame particolare tra la Sindone e il nuovo Beato è rappresentato anche da “Casa Bordino”, il servizio di assistenza ai malati psichici costituito all’interno della confraternita del Santo Sudario. Per fratel Luigi la vocazione verso i più deboli e fragili matura nella tragica Campagna di Russia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel ’46 entra nella Piccola Casa della Provvidenza, dove trascorre 30 anni in preghiera, al servizio dei sofferenti. Nato a Castellinaldo il 12 agosto 1922 terzogenito di quattro sorelle e di quattro fratelli, nel gennaio 1942 si arruolò nell’artiglieria alpina della Cuneense, dove trovò il fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania.

    Il 15 agosto i Bordino partirono per la Campagna di Russia, ma non raggiunsero le linee di fuoco. Il comando del 4º reggimento di artiglieria alpina si installò a Sollonscki, un villaggio tra Valujki e Rossosch. Risbaldo distribuiva vettovaglie e indumenti ai commilitoni, Andrea accudiva i sei muli del comando. Caduti prigionieri nel gennaio 1943, i Bordino vissero insieme la tragica ritirata per circa un mese. Vennero separati ad Aklulak: Andrea destinato alla Siberia dove rimase per due anni, internato nel lazzaretto di Spassh. Qui svolse con grande sacrificio il lavoro di assistenza ai malati e ai moribondi, con i pochi mezzi a disposizione; è così che nella primavera del 1945 fu colpito da tifo petecchiale.

    Nell’autunno del 1945 i Bordino rientrarono in Patria. Andrea, considerandosi miracolato, il 23 luglio 1946, insieme alla sorella Ernestina, entrò a far parte della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. Indossato l’abito religioso assunse il nome di fratel Luigi della Consolata. Con i fratelli di San Giuseppe Cottolengo, iniziò a svolgere lavoro di assistenza, soprattutto infermieristica per i ricoverati dell’Istituto, malati di vari disturbi fisici o psichici. Nel 1975, fu colpito da leucemia mieloide e morì a Torino due anni più tardi, il 25 luglio 1977. A lui è dedicato un centro di ricerca a Torino. Il lungo processo di canonizzazione di fratel Luigi iniziò tra il 1988 e il 1993. Complessivamente il tribunale ecclesiastico tenne 76 sessioni, ascoltando 58 testimoni oculari (14 dei quali ex prigionieri in Russia); la Santa Sede esaminò le duemila pagine della documentazione. Il 14 febbraio 2003 la commissione di teologi della Congregazione vaticana per le cause dei Santi studiò e votò “l’esercizio eroico delle virtù praticate dal servo di Dio fratel Luigi”.

    I voti dei teologi furono favorevoli, all’unanimità. Il 12 aprile 2003, papa Giovanni Paolo II lo dichiarò Venerabile. Successivamente, tra il 2010 e il 2014 si svolse il processo diocesano per la beatificazione, su un miracolo avvenuto nel 1991. Il 3 aprile 2014 papa Francesco promulgò il decreto che riconosceva l’avvenuto miracolo con una guarigione attribuita per intercessione del Venerabile Luigi Bordino e ritenuta inspiegabile per i tempi, le modalità e la gravità della malattia. Alla cerimonia era presente suor Maddalena, la collega d’ospedale del Beato alla quale, nel 1989, venne diagnosticato un carcinoma senza scampo: «Mi sono affidata a fratel Luigi – ha raccontato oggi suor Maddalena – perché mi aiutasse a morire serenamente, ma all’ennesimo esame, il male scomparve”. Per monsignor Nosiglia, vescovo di Torino, fratel Bordino «è stato un esempio di ciò di cui oggi la Chiesa ha bisogno: poche parole e fatti concreti a favore di persone che si trovano in difficoltà morale, economica, familiare e di salute».

    «Per noi alpini il momento religioso è sempre importante – ha detto il Presidente nazionale, Sebastiano Favero al termine della celebrazione – se poi come oggi a Torino è occasione per gioire della beatificazione di un appartenente al nostro mondo, un reduce della Campagna e ritirata dalla steppa di Russia, allora la partecipazione e la condivisione divengono totali. Lo dimostra la grande presenza di nostri soci con tanti vessilli sezionali, gagliardetti di Gruppo e con, in prima fila, il nostro Labaro. Fratel Luigi Bordino ora è Beato grazie alla sua vita temprata ai valori tipici degli alpini. Per l’Ana è un’altra perla da mettere nel proprio albo e da additare ad esempio soprattutto alle giovani generazioni». E ha concluso: «Ho vissuto un pomeriggio intenso ma nello stesso tempo sereno, felice di aver partecipato con tanti alpini all’ascesa agli onori degli altari di un nostro commilitone che ha saputo con semplicità, ma con spirito eroico mettere la propria vita al servizio dei più bisognosi».

    Luca Marchiori


    Le cerimonie a Castellinaldo, paese natale del Beato

    Domenica 3 maggio altri grandi festeggiamenti si sono svolti a Castellinaldo, piccolo paese del Roero che ha dato i natali ad Andrea Bordino il 12 agosto 1922. Per l’importante occasione il sindaco Giovanni Molino e la sua amministrazione, la proloco e il Gruppo alpini, hanno organizzato diversi eventi. Già dal mattino i numerosi pellegrini giunti in paese, hanno potuto visitare la casa natale del Beato e il pilone votivo fatto costruire da Andrea per una promessa fatta a suo fratello Risbaldo durante la loro prigionia in Russia. Al pomeriggio, nel giardino del Castello, tantissima gente ha partecipato alla Messa, officiata dal vescovo di Alba monsignor Giacomo Lanzetti insieme ai parroci di Langa e Roero. Per ricordare l’alpino Andrea Bordino, arruolatosi nel 4º reggimento di artiglieria alpina nel gennaio del 1942 a Cuneo, era presente il vessillo della Sezione di Cuneo insieme a quelli delle Sezioni di Savona, Mondovì e Brescia. Trenta erano i Gruppi alpini con il loro gagliardetto e moltissimi gli alpini che con le loro penne nere facevano da contorno alla Messa, offrendo un colpo d’occhio emozionante. Al termine della funzione, preceduta dalla banda musicale, è iniziata la processione per le vie del paese con la statua del Beato, portata nella chiesa parrocchiale e deposta nella cappella a lui dedicata.

    Romano Accigli