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Nell’amena cornice del Soggiorno alpino di Costalovara sabato 22 e domenica 23 giugno, i referenti sezionali del Centro Studi si sono dati convegno per il loro incontro annuale e dibattere sul tema “Il passato che insegna”. Se preceduta da incontri propedeutici di Raggruppamento, la scelta dell’incantevole nostra dimora è risultata ben accetta a tutti i convenuti, anche per il futuro, alla luce del promesso impegno ad alleviare gli oneri delle Sezioni più lontane.
Gli alpini di Fucine hanno inaugurato il loro museo che raccoglie una notevole quantità di reperti, utili per ripercorrere la storia recente delle Truppe alpine. Nelle sale, molto ben disposte, sono presenti delle tavole illustrative che aiutano il visitatore nel percorso.
La sezione di Montreal presenta il Monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre che è stato ricollocato in bella vista nel giardino della chiesa italiana di Montreal, ed ampliato con una dedica per i 150 anni dell’Unità d’Italia e con l’aggiunta di una campana risalente al 1846 donata dal socio Luciano Pravato. Non poteva mancare la bellissima aquila che domina il tutto.
Gli alpini hanno lasciato Piacenza ma il Tricolore fatica a lasciare i balconi. È come se, facendo sventolare la nostra bandiera, si potesse risentire l’eco delle fanfare nelle strade e rivivere una festa grandiosa.
Passavano gli alpini del Veneto, per questo Nicola s’è lasciato prendere dall’entusiasmo. Stefani è una delle quattro voci dell’Adunata, le altre sono Manuel Principi e Guido Alleva, tutti e tre avvocati arruolati per lo speakeraggio dal loro maestro, l’avvocato Carlo Tricerri, andato avanti giusto un anno fa e che ci piace qui ricordare.
La storica Piazza Cavalli, cuore civico di Piacenza, si è trasformata in un suggestivo palcoscenico tricolore in occasione dell’alzabandiera, la cerimonia che venerdì mattina ha dato il via all’86ª Adunata nazionale degli Alpini. Sulla piazza erano schierate, davanti al palazzo del Comune, la Fanfara della brigata alpina Taurinense con una batteria del 1° reggimento artiglieria da montagna.
Gli ultimi a sfilare sono stati gli alpini del Servizio d’ordine nazionale e i 141 – un alpino in servizio e uno in congedo – delle bandiere che testimoniano gli anni trascorsi dalla istituzione del Corpo degli Alpini, avvenuta nel 1872.
Monotoni e fieri. Gli alpini sono un po’ così e le loro celebrazioni, di conseguenza. Alcuni momenti hanno in sé la sacralità propria dei riti più antichi, come l’onore ai Caduti o la Messa. Un cerimoniale semplice che si ripete da quasi cento anni. Anche all’Adunata. Anche in questi giorni di incontri, di festa per non dire baldoria, c’è un momento dedicato all’ascolto, alla preghiera: è la Messa del sabato pomeriggio. Quest’anno a Piacenza celebrata nel duomo dal vescovo Gianni Ambrosio, stretto attorno a un cerchio di sacerdoti alpini.
Sfilano con l’orgoglio alpino, le sue tradizioni e la sua forza. Sfilano con la loro storia, i sacrifici, la solidarietà di cui sono capaci, con la responsabilità e l’amor patrio che li animano. Sfilano per quanti non sono tornati.
È stata una due giorni intensa quella vissuta dal gruppo alpini di Dronero, che ha visto alternarsi, momenti di festa a momenti dedicati al ricordo. Già da sabato pomeriggio si è creata un’atmosfera gioiosa, condivisa da tutta la popolazione, con l’arrivo delle penne nere di Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) accompagnate dal vice sindaco Sandro Biasotti, del gruppo storico “Regiment d’Ordonnance National Piemont 1793-1800” e della banda musicale San Luigi di Dronero.
All’annuale assemblea quest’anno c’erano 16 alpini e 5 aggregati. È stato osservato un minuto di silenzio per ricordare gli alpini andati avanti ed in particolare i soci della sezione Gran Bretagna che sono mancati durante il corso dell’anno: Gianni Martelli, Alfredo Bertoncini, Renato Crippa e Battista Casali.