Dibattito: canti alpini o canti della naja?

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    Seguo, da qualche tempo, la sera del venerdì, una trasmissione di Telelombardia che presenta musica popolare. Alcune settimane or sono la mia attenzione viene attratta da una corale che poi ho riconosciuto, anche se non indossava il nostro cappello: una corale dell’ANA. Una corale composta da alpini che cantano benissimo: gorgheggi, voci bianche, stupende variegate modulazioni, apprezzatissime dalla gente che applaude.

    Ma i cori che intona, come quasi tutti quelli delle moderne corali di alpini, pur richiamandosi ai canti degli alpini sono sempre più lontani dai canti della naja . Quelli che i nostri nonni intonavano sul Carso nella Prima Guerra Mondiale, quelli che anche gli alpini della Seconda Guerra Mondiale cantavano sul Golico e sul Tomori:

    …Tra i monti della Grecia c’e la Vojussa

    …quelli della campagna di Russia, per coperta il cielo, la neve come sudario

    Se tu vens, cassú tas cretis…

    …quelli che dalle vette ammantate di neve di Monte Marrone, dove vigilavano gli alpini del btg. Piemonte, un’eco irreale trasportava a valle sino alle trincee dei fanti e dei bersaglieri del Corpo Italiano di Liberazione

    Fra le rocce, il vento e la neve…

    Quei melodici canti che noi, oramai vecchi ex combattenti, abbiamo imparato ad intonare, quand’eravamo giovani, dai nostri nonni. Quelle struggenti melodie che le corali d’oggi stanno travisando con tutti quegli elaboratissimi arrangiamenti che ne snaturano la bellezza e la poesia.

    Quei canti alpini che Peppino Prisco intonava goliardicamente …

    Figli di nessuno, tra le rocce noi viviam…

    a quelle riunioni conviviali che poi si concludevano alla vecchia maniera con quella canta che, assieme a ‘Stelutis Alpinis’ e, per tutti gli Alpini ma in particolar modo per gli excombattenti, l’inno alla memoria dei nostri Caduti:

    Sul ponte di Perati, bandiera nera …

    Tutto questo penso quando ascolto le moderne, sofisticate corali di alpini, sempre più lontane dai canti della tradizione alpina, quelli che con la mia squadra intonavo sotto la tenda o in trincea, nelle pause tra un combattimento e l’altro.

    Sergio Pivetta Sergente AUC Btg Piemonte, Sten nel Monte Granero, Corpo Italiano di Liberazione 1943 1945