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mercoledì, 24 Aprile 2024

Ad Innsbruck, uniti nel ricordo dei Caduti di tutte le guerre

Presso il cimitero militare di Amras, alla periferia di Innsbruck riposano le salme di oltre 5.000 Caduti di diverse nazionalità, vittime dei due conflitti mondiali e di guerre precedenti. Il giorno 15 ottobre si sono ritrovati anche quest'anno militari ed associazioni d'arma, per una semplice ma solenne cerimonia, presenti addetti militari delle ambasciate tedesca, russa, ucraina ed italiana, compreso l'incaricato del nostro Ambasciatore a Vienna.

UDINE – Festa grande per le 90 candeline della Sezione

Al pari delle arzille vecchiette anche la sezione di Udine si è scoperta il vezzo di... calarsi gli anni perché non ha visto la luce nel 1921, come la tradizione orale aveva tramandato, bensì nel luglio del 1920, come è riportato dal nostro mensile L'Alpino dell'epoca. Per nulla intimoriti da questo svarione storico i componenti il Comitato hanno proseguito nella programmazione e nell'esecuzione del piano dei festeggiamenti.

CADORE – Sul monte Piana, per non dimenticare

Le sezioni Cadore e Padova, unitamente all’Associazione “Amici di Monte Piana” e con il contributo dell’Amministrazione comunale di Auronzo di Cadore e della scrittrice e alpinista Antonella Fornari, associati dall’impegno unitario di commemorare insieme i 14mila Caduti del Monte Piana, hanno realizzato una significativa celebrazione. Sulla cima “italiana” del pianoro, a quota 2.325, è stata installata la nuova croce in larice a ricordo del sacrificio dei Caduti italiani e austroungarici, nella Grande Guerra.

Città di storia, cultura e bellezza

L’Alto Adige è una terra verde, una terra di boschi e di prati che con i suoi torrenti, ruscelli e con laghi più o meno grandi appare alle anime sensibili un territorio fiabesco e incantato. Le bellezze naturali però non sono le sole a poter far innamorare chi si accinge a calpestare il suolo altoatesino. Esse infatti, da soggetto principale di un magnifico quadro, diventano sfondi degni del miglior pittore allorché il protagonista della scena è uno dei cinque agglomerati urbani più caratteristici della provincia, Brunico, Merano, Bressanone, Vipiteno e Bolzano, circondate da dolci declivi che mutano il colore a seconda delle stagioni e rappresentano con Bolzano - città della quale scriveremo nei prossimi numeri - altrettante “perle dell’Alto Adige”. Ognuna di queste località affonda le proprie radici in un passato che ancora oggi le caratterizza e le rende ideali per trascorrere delle indimenticabili giornate respirando, insieme all’aria fresca, l’intrigante fragranza della storia.

Albino Porro: dalla Francia alla Russia, e poi con i partigiani nell’Astigiano

Albino Porro ha 93 anni. È nato il 1° marzo 1918 ad Asti e ha trascorso gli anni più belli della sua gioventù sotto le armi. Fu chiamato al servizio militare nel marzo 1939, nel 3° Alpini, battaglione “Fenestrelle”, con sede a Pinerolo.

VAL SUSA – All’ombra del forte di Exilles l’annuale raduno sezionale

La sezione Val Susa ha dato appuntamento ai suoi alpini ed a quelli delle Sezioni vicine alla cappella votiva di Exilles, eretta a ricordo dei Caduti del battaglione omonimo. Quest’anno si celebrava il 17° raduno sezionale e il 46° incontro degli appartenenti al 3° Alpini, alla presenza del presidente nazionale Corrado Perona e dei consiglieri nazionali Mauro Gatti e Mario Botteselle. Il sabato sera concerto della fanfara sezionale nella tensostruttura eretta nel centro del paese, e domenica mattina ritrovo presso la cappella, poi la sfilata fino in piazza Europa davanti al monumento ai Caduti.

“Sporadici fatti d’arme”, ma fu un inferno

Negli atlanti storici il nome di Pljevlja è difficile trovarlo. Tutt'al più si saprà che è una ridente cittadina dell'alto Montenegro circondata da dolci colline e dalla lunga tradizione guerriera. Eppure, settant'anni or sono fu una bolgia infernale in cui si combattè per vincere o morire, senza alcuna regola tradizionale, ma una feroce e insidiosa guerriglia operata da forze che non avrebbero dato scampo né a prigionieri né a feriti. “C'era da rimpiangere – scriverà il compianto Vitaliano Peduzzi – l'onestà della guerra di Albania...”.

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