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domenica, 20 Luglio 2025

Mio nonno e il Soldato senza nome

  Una corona d’alloro in ferro battuto era stato il dono di mio nonno per il loculo del Soldato senza nome, posto lì fra altri...

VICENZA – Umberto Masotto, un eroe

Gli alpini di Noventa Vicentina hanno ricordato il capitano Umberto Masotto in occasione del 150º anniversario dalla nascita dell’ufficiale di artiglieria da montagna, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nel 1963 l’Istituto tecnico commerciale era stato intitolato all’eroe su richiesta di Silvio Rizzo, che a quell’epoca vi insegnava. Essendo un messinese, informò l’amministrazione comunale che proprio sul lungo mare di Messina esisteva un monumento eretto nel 1899 in onore di un noventano, il capitano Masotto, comandante della 4ª Batteria siciliana, e dei tanti giovani artiglieri da montagna, caduti nella battaglia di Adua del 1º marzo 1896.

Il gen. Federici alla Taurinense

Si è svolta al Circolo di Presidio di Torino la cerimonia di passaggio del comando della brigata alpina Taurinense tra i gen. B. Massimo Panizzi e Franco Federici, alla presenza del comandante delle Truppe Alpine gen. D. Federico Bonato, del Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, del Presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, del Presidente dell’Ana Sebastiano Favero, del Labaro dell’Associazione e di numerose autorità civili, religiose e militari piemontesi.

TREVISO – Canto alpino e popolare

“Sono un sasso del Piave, portami con te in ricordo delle imprese eroiche degli alpini”. È questo il testo del biglietto che accompagnava la pietra donata agli spettatori durante il concerto organizzato dal coro Ana di Oderzo, in un affollatissimo teatro Cristallo. Un dono che il direttore del coro, il maestro Claudio Provedel ha definito «una cosa viva che ognuno porta a casa». È stato anche un modo per ricordare il fiume sacro alla Patria, protagonista della Grande Guerra in una città che, secondo Nicola Stefani, speaker dell’Adunata nazionale, «ha fatto della cultura un leitmotiv».

Il mulo Facco

Gentile direttore, sono Pietro Fiorito Capogruppo alpini di Povo, già ufficiale in servizio permanente dei btg. alpini “Trento” e “Bassano”, attualmente nella riserva. Su preghiera appassionata e commossa dell’alpino conducente Bruno Trentini, Le chiedo un piccolo spazio per pubblicare queste mie righe per ricordare il mulo Facco decorato di Medaglia d’Oro.

I panni sporchi in piazza

C’è un dato incontestabile che indica il grado di salute de L’Alpino. Ed è la montagna di lettere che arrivano sul tavolo del direttore, puntualmente ogni mese. Lettere che qualche volta hanno alle spalle cultura storica e grande capacità comunicativa. Altre volte sono lettere più semplici nello stile, ma dietro alle quali si sente il cuore vero degli alpini e il profumo della loro genuinità. Sono scritti che si leggono sempre con piacere, se non fosse a volte per l’eccessiva lunghezza, che obbliga a maratone della mente, finendo per precludersi la possibilità di essere pubblicate, per ovvi motivi di spazio. La cosa bella di questi scritti è che ormai spaziano in ogni ambito della vita sociale.

Venceslao dai piedi dolci

Era un giorno qualunque di un mese qualunque, in guerra a quota 3.000. Gli alpini che vivevano lassù erano veneti, lombardi e friulani, provenivano dai paesi sparsi lungo tutto l’arco alpino. Poi, come per ogni buona regola, c’erano le eccezioni. Ed ecco dunque Venceslao Patriarca, pastore sulle montagne d’Abruzzo e chiamato a fare l’alpino sulle Dolomiti: «Ma ie n’ saccie camminà co li scarpe » aveva detto al capitano nel giorno della visita al Distretto. «E perché mai?» «Perché tenghe li piede dolge e delicate!».

La Julia assume il comando

Presso la base di Camp Arena, a Herat, ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento tra la brigata bersaglieri Garibaldi e la brigata alpina Julia alla guida del “Train Advise Assist Command West”, il comando Nato multinazionale e interforze a guida italiana che opera nella regione Ovest dell’Afghanistan, nell’ambito della missione “Resolute Support”. Il gen. B. Maurizio Angelo Scardino ha ceduto il comando al parigrado Michele Risi alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano, del comandante delle Forze Nato in Afghanistan, gen. John F. Campbell, dell’ambasciatore italiano a Kabul Luciano Pezzotti e delle massime autorità civili e militari afgane della provincia di Herat.

In breve – aprile 2015

Notizie in breve.

Graziano: nuovo incarico

L’ammiraglio con il cappello alpino e il generale degli alpini con il berretto della Marina. Sull’invito che annunciava l’avvicendamento al vertice dello Stato Maggiore della Difesa, l’amm. Luigi Binelli Mantelli e il gen. Claudio Graziano si sono fatti ritrarre, divertiti, l’uno con il copricapo dell’altro. Un simpatico preambolo al rigido cerimoniale militare, celebrato nella sede del Comando in Capo della Squadra navale in località La Storta (Roma), alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente del Senato Pietro Grasso, del ministro della Difesa Roberta Pinotti e dei sottosegretari di Stato alla Difesa Domenico Rossi e Gioacchino Alfano. L’Ana era rappresentata dal Presidente nazionale Sebastiano Favero che ha scortato il Labaro.

La prima di Cevoli

Il film ha già cominciato a scatenare discussioni prima ancora di essere uscito nelle sale (dal 2 aprile). Da un lato quanti lo considerano dissacrante a prescindere per il solo fatto di essere una commedia e dall’altro quanti, invece, pensano cha si possa affrontare il ricordo della Grande Guerra anche con un sorriso. Sinceramente credo molto nella potenza dell’umorismo e non ho mai trovato dissacrante l’ironia profusa a piene mani da Paolo Monelli e Giuseppe Novello, due che la guerra l’avevano conosciuta davvero, ne “La Guerra è bella ma scomoda”.

Pericolose rivendicazioni

Caro direttore, ho letto su L’Alpino di febbraio 2015, come spesso mi capita di fare, la rubrica “Lettere al direttore”, sempre puntuale e schietta nelle tue risposte. Mi colpisce però la lettera di Tiziano Bertè, mio caro amico, collaboratore stimato e appassionato del Museo della Guerra di Rovereto.

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