Variazioni sul tema
Gentile direttore, come componente di un coro alpino, vorrei avere il suo parere, magari suffragato o meno da qualche Maestro di altro coro, in ordine a questo argomento. Capita a volte, per quanto molto molto raramente, che qualche componente del coro trovi a ridire su alcune parole della canzone, su qualche riga o addirittura strofa dal contenuto/ significato un po’ “particolare”, “fuori tempo”, “fuori luogo”, con richiesta di sostituire le parole, la riga, la frase con altre, oppure non cantarle.
La storia in cartolina
Ammettiamolo, negli ultimi decenni tutti abbiamo strizzato l’occhio alla tecnologia. La tastiera “qwerty” sostituisce sempre più spesso la penna, il rituale degli auguri in occasione delle feste viene annunciato dal freddo tono di un cellulare e nelle casella della posta arrivano più pubblicità e bollette che lettere attese con trepidazione da una persona cara o provenienti da un paese lontano. Ma non è stato sempre così. C’è stato un tempo in cui si aveva un unico modo di parlarsi quando si era lontani, quello di scrivere, oppure - dato che l’analfabetismo era frequente - di farsi scrivere una lettera. Per le Poste del XIX secolo però il peso della missiva, che comprendeva anche la busta, incideva grandemente sui costi e di conseguenza sul prezzo pagato per usufruire del servizio.
Mai nessuna interferenza
Caro direttore, lettera di Walter Pugliese a pagina 7 de L’Alpino di aprile mi ricorda come un pessimo direttore del nostro mensile: forte con i deboli e debole con i forti. Può essere, ma quel poco di autostima che mi porto dentro mi fa pensare che le opinioni di Walter siano piuttosto personali.
DOMODOSSOLA – Ai Caduti della Valle Anzasca
Nei primi mesi del 1919 si costituì un comitato promotore per la costruzione di un monumento ai Caduti di tutta la Valle Anzasca. Fu identificato come luogo più idoneo il poggio di Castigiasco, a 500 metri di quota, poco distante da Cimamulera. Il progetto, affidato all’ing. Andrea Fauser di Milano, da realizzare in sarizzo, la pietra locale estratta dalla montagna, non avrà compimento per difficoltà di vario genere. Nel 2007 gli alpini di Cimamulera decidono di recuperare l’antico progetto: lavorano alacremente per dissotterrare le pietre già tagliate all’epoca e le trasportano sul luogo dove sorgerà il monumento, realizzato su progetto dell’ing. Paolo Bortot.
Historia magistra vitae
Caro Direttore, scrivo per conto di mio padre Ernesto Savoia. Leggendo l’articolo in prima pagina ogni tanto mi viene da scrivere e questa volta c’è quello sul passato storico della nostra società.
I prigionieri di Mosonmagyaróvár
La più grande fabbrica di polvere da sparo della monarchia austroungarica fu costruita a Mosonmagyaróvár (Ungheria) negli anni precedenti la Grande Guerra e durante la guerra fu ampliata. Alle migliaia di prigionieri che lavoravano nella fabbrica, tra cui moltissimi italiani di tutti i Corpi, venne data l’opportunità di erigere una cappella tra le semplici baracche provvisorie. Gli italiani si distinsero per la dedizione e la religiosità con cui concorsero alla realizzazione della struttura. La cappella dedicata all’Esaltazione della Santa Croce, quasi una chiesa per la sua ampiezza, non è strutturalmente diversa da una delle baracche ma la sua particolarità consiste nel rivestimento interno in legno di larice.
DANUBIANA – In marcia per ricordare
Il Gruppo Ungheria, Sezione Danubiana, ha partecipato anche quest’anno alla marcia organizzata dai riservisti ungheresi (Matasz) che ricorda i Caduti sul fronte del Don, nella ritirata o in prigionia. Storicamente la 2ª Armata ungherese confinava con il fianco sinistro dello schieramento italiano dell’8ª Armata (ARMIR) e con il Corpo d’Armata Alpino. La marcia si svolge su tre giorni e si snoda tra boschi e prati.
TORINO – Borgaro e Caselle per lo sport e la salute
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Don Bosco Caselle ha presentato un progetto di collaborazione con “Forma Onlus”, la fondazione dell’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, dal titolo “Piccoli Ambasciatori di Forma”. Lo scopo è quello di portare sui campi di calcio un importante messaggio: “Lo sport e la salute sono per tutti, giochiamo per il Regina”.
Don Pollo, un fratello
È stato l’arcivescovo di Vercelli monsignor Marco Arnolfo a consegnare due reliquie del Beato don Secondo Pollo alla brigata alpina Taurinense e all’Ordinariato Militare d’Italia, al termine della Messa che si è svolta nella basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, in occasione della celebrazione del precetto pasquale da parte delle Forze Armate del capoluogo piemontese.
Gli alpini… un bambino
Per i solutori di enigmistica, si chiama sciarada. Ossia si tratta di partire da una parola strana, che in realtà ne contiene due o più, mescolate insieme come si fa con le carte di un mazzo. Il gioco consiste nello scomporre questa parola originale per vedere da quali altre essa è composta. Chissà se Adam El Haddad, bambino di sette anni, di Castellafiume nella Marsica, nato in Abruzzo ma figlio di genitori marocchini, sa di aver fatto una sciarada. Ci vorrà del tempo per spiegargli come i grandi a volte rendono complicate le cose più semplici.
Al Frais vince la nebbia
Viene difficile parlare di una gara senza poter presentare classifiche, tempi e foto di trofei alzati al cielo. Eppure è così. Per la terza volta in 49 edizioni ha vinto il maltempo che ha mandato a monte tutto quanto di buono era stato organizzato sulle magnifiche piste del Pian del Frais a Chiomonte, dalle Sezioni di Torino e Val Susa. Mesi di organizzazione, 340 atleti che fiduciosi hanno affrontato la trasferta, una valle in festa hanno dovuto inchinarsi impotenti al trionfo della nebbia e fortunatamente del buon senso. Alcuni, indipendentemente dalle decisioni della giuria, abbandonavano comunque sconsolati il campo di gara. Poi, verso le dieci e dopo un primo rinvio la decisione. Arrivederci al prossimo anno.
ROMA – Le cerimonie di Antrodoco
Il Gruppo di Antrodoco, nell’anno in cui celebra il 60º anniversario di fondazione, ha ricordato la battaglia di Nikolajewka con una Messa a suffragio dei Caduti e dei soci “andati avanti”, nella chiesa di San Giovanni (nella foto). Al termine della funzione religiosa il Capogruppo Antonio Santopinto ha ringraziato il parroco don Luigi Tosti che nell’omelia ha offerto spunti di riflessione sulla disponibilità degli alpini, sul loro spirito di sacrificio, sempre pronti a dare una mano.