Volontà di pace

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    Se è vero che “gli alpini non sono solubili in acqua”, come ama ripetere il nostro presidente nazionale, le Adunate alpine di quest’anno stanno mettendo a dura prova la simpatica affermazione… Dopo la pioggia di Pordenone, Giove pluvio ha voluto tenere compagnia agli alpini anche in occasione dell’annuale raduno nazionale al rifugio Contrin, ma nessuno ha osato lasciare il parterre nella scenografica conca erbosa soprastante il rifugio: 25 vessilli, anche di altre associazioni d’Arma, e ben 138 gagliardetti hanno fatto cornice durante lo svolgimento della cerimonia, apertasi con gli onori al vessillo della sezione di Trento, scortato per l’occasione dal presidente nazionale Sebastiano Favero e dal presidente della sezione di Trento Maurizio Pinamonti, oltre che da numerosi consiglieri nazionali e dal gen. Federico Bonato, in rappresentanza delle Truppe alpine.

     

    Dopo l’alzabandiera e l’onore ai Caduti, è stata la volta delle allocuzioni ufficiali. Fra gli ospiti d’onore, va menzionato l’intervento del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, il quale ha voluto sottolineare la vicinanza del territorio trentino alle tradizioni dell’alpinità. La dottoressa Morena Berti, delegata della Fondazione Campana Caduti di Rovereto, ha invece voluto ringraziare gli alpini per la collaborazione nell’organizzazione del pellegrinaggio laico che ha appunto preso avvio dal rifugio Contrin, l’indomani del raduno, per concludersi poi il 20 luglio a Rovereto di Trento presso la Campana che ogni sera, dal Colle di Miravalle, con i suoi rintocchi ricorda i Caduti di tutte le guerre.

    Il presidente della sezione ospitante, Maurizio Pinamonti ha voluto invece ricordare l’avvio ufficiale, proprio in Trentino, delle manifestazioni commemorative per il centenario della Grande Guerra che qui deflagrò sin dal 1914, con l’auspicio che, sempre in questo territorio, possa di pari essere organizzata, a conclusione del centenario, la manifestazione alpina per eccellenza. Al presidente Favero è toccata, come di consueto, l’ultima parola: “La pace è un valore indiscutibile che va coltivato con la buona volontà, ma soprattutto con le azioni concrete in favore del prossimo, attività questa che agli alpini riesce molto bene. L’avvio di questo importante momento storico, qual è appunto il centenario, dovrà rappresentare per tutti gli alpini di buona volontà lo sprone per un impegno a favore della pace ed a supporto di quanti avranno bisogno dell’intervento degli alpini, quale miglior modo per ricordare i Caduti aiutando i vivi”.

    La Messa celebrata da mons. Bruno Fasani, pur in forma “concentrata” a causa dell’infittirsi della pioggia, non ha comunque scalfito l’alto momento di spiritualità che ogni anno rinvigorisce i cuori alpini al Contrin, quando le ultime lingue di neve delle terre alte lasciano spazio all’erba nuova.

    Paolo Frizzi

    Bocia al Contrin

    L’ANA è promotrice di una serie di iniziative, in accordo con le competenti autorità governative, per commemorare adeguatamente gli eventi bellici del primo conflitto mondiale, durante il quale il Corpo degli Alpini ha scritto pagine importanti della sua storia e dal quale sono sorti i presupposti per la fondazione dell’ANA, avvenuta nel 1919. In tale prospettiva il Consiglio Direttivo Nazionale, attraverso la Commissione Giovani ha voluto organizzare, d’intesa con il Comando Truppe alpine e il comandante del 2° reggimento Genio guastatori alpino, col. Giovanni Fioretto, un’uscita congiunta nel cuore delle Dolomiti – teatro di importanti eventi nella prima guerra mondiale – facendo tappa al rifugio Contrin di proprietà dell’ANA.

    Oltre a rinsaldare proprio in montagna il rapporto che lega gli alpini in congedo a quelli in servizio, l’incontro ha presentato ai giovani alpini, nel meraviglioso contesto naturale della Valle di Fassa e nella splendido rifugio, le tante attività che l’Associazione mette in campo per onorare le tradizioni degli alpini. I giovani dell’ANA sono partiti dalla funivia di Alba di Canazei, hanno pernottato al rifugio Contrin (a quota 2.016) e il giorno seguente hanno raggiunto il Passo San Nicolò (2.339 metri) per la cerimonia, culminata con la lettura della Preghiera dell’Alpino. Il ricordo è andato alle battaglie di trincea e ai Caduti di entrambi i fronti.

    Faceva parte del gruppo anche il neo eletto a revisore nazionale e componente della Commissione Giovani, Michele Badalucco, che così ha descritto questa esperienza: “Grazie all’aiuto delle nostre due guide esperte, Roberto e Bruno, della sezione ANA di Trento, abbiamo ripercorso alcuni dei sentieri storici che hanno segnato una pagina dolorosa della nostra storia nazionale”. Nel discorso di commemorazione, il consigliere nazionale e presidente della Commissione Giovani Roberto Bertuol ha offerto numerosi spunti di riflessione, riuscendo a trasmettere il senso di questa triste pagina della nostra storia, quel miscuglio di sentimenti che in quei giorni si respiravano sul Contrin: dalla paura, all’amor patrio, all’esasperazione, all’esaltazione.

    Il 24 giugno è stata anche l’occasione di celebrare la festa dell’Arma del Genio, che proprio in quei luoghi nei primi anni del Novecento aveva dato prova di grande perizia e spirito di sacrificio, scavando con mezzi rudimentali e con estrema difficoltà la costa delle montagne per far esplodere le trincee nemiche. Il plotone dei genieri del 2° reggimento, comandato dal ten. Francesco Bucci, ha partecipato con entusiasmo alle attività, permettendo una vera condivisione dello spirito alpino che da sempre accomuna penne nere in armi e in congedo.

    Le due giornate hanno rappresentato un piccolo omaggio a chi ha saputo e voluto credere all’amor di Patria, fino al sacrificio estremo. Sono state anche un momento di convivialità e di confronto sulla vita di tutti i giorni: una rievocazione del passato con lo sguardo rivolto al futuro dei giovani alpini. Il ringraziamento più grande va ai partecipanti che hanno contribuito ad arricchire quel mondo alpino che non dimentica le proprie radici, anzi, le tramanda di “vecio” in “bocia” con esempi concreti e riflessioni a tratti struggenti.