Visita al “Percorso della memoria”

0
359

Il “Percorso della memoria” del Monte Palon è stato voluto e restaurato dal gruppo alpini di Possagno per ricordare e onorare la memoria di quanti su queste cime del massiccio del Grappa hanno combattuto, hanno sofferto e sono caduti nei tragici eventi della Prima Guerra Mondiale e per riaffermare, soprattutto per le giovani generazioni, il valore primario della pace e della fratellanza tra i popoli.
Il recupero, iniziato nel 2003, ha interessato il tratto di dorsale che dal rifugio (1.205 metri s.l.m.) porta alla cima del Monte Palon (1.306 metri s.l.m.) con la riapertura di 1.000 metri di trincee, 300 metri di gallerie e la sistemazione di alcuni baraccamenti e appostamenti.

 

Alpini, amici degli alpini, appassionati provenienti, oltre dal gruppo alpini di Possagno, anche da altri Gruppi e sezioni alpine e da altri enti e associazioni hanno dato il loro generoso apporto sia in ore di lavoro (oltre 21mila ore di volontariato) che in contributo economico (più di 280mila euro) e con essi anche gli ultimi muli provenienti dai reparti alpini e ancora in attività, simboli di tenacia e attaccamento al dovere di quel binomio inscindibile costituito dall’alpino e dal mulo.

Visitate questi luoghi con amore e rispetto memori di quanti hanno combattuto e sono morti per un ideale di patria, di fratellanza e di pace per dare a noi un futuro migliore.

Il Monte Palon con i suoi 1.306 metri s.l.m. sovrasta il Monte Tomba, il Monfenera e domina la linea del Piave fino al Montello.

In particolare la “stretta di Quero”, che fu zona strenuamente contesa durante la Battaglia d’Arresto nella Prima Guerra Mondiale, diede modo al Monte Palon di far valere la sua posizione strategica: venne trasformato in una vera fortezza, con postazioni d’artiglieria in caverna, postazioni di mitragliatrici fortificate, postazioni di bombarde e di fotoelettriche, importantissimi osservatori e molto altro.

Erwin Rommel (meglio noto come la volpe del deserto nella Seconda Guerra Mondiale), era impegnato allora proprio in questo settore come tenente di un reparto della Wültenberg e tentò ripetutamente e inutilmente di conquistare questa importante linea fortificata (come si può apprendere dalle dettagliate relazioni nei suoi diari corredati da schizzi della zona).

Egli stesso citava il Monte Palon come osso duro da espugnare conferendogli l’attributo di “spina dorsale” della linea di difesa italiana in quel tratto di fronte: infatti la posizione strategica del Monte Palon permetteva di tener sotto costante osservazione le posizioni nemiche, integrando l’azione delle artiglierie di Cima Grappa verso zone, non viste e non battibili da questa, del tratto Tomba – Monfenera e dell’intera valle dell’Ornic, oltre che alla stretta del Piave.

Per questo motivo intere divisioni austro-tedesche nella battaglia d’arresto nel novembre-dicembre 1917, seguendo varie direttrici, cercarono di prenderlo invano.

Per prenotare visite guidate è possibile richiedere informazioni scrivendo a trincee@alpinipossagno.it

Il pieghevole »