VICENZA – Una città alpina e imbandierata

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    Novant’anni di storia e un suggello d’amicizia con una delle città più alpine d’Italia nell’anno del 140° anniversario delle Truppe alpine. Questo è stato il filo conduttore della 47ª adunata sezionale di Vicenza. Vicenza è l’unico Comune italiano che al posto di un proprio gonfalone può fregiarsi della bandiera nazionale con lo stemma della municipalità inserito al centro.

     

    Ed è l’unica città italiana ad avere la propria bandiera decorata con due Medaglie d’Oro al Valor Militare: la prima assegnata nel 1866 dal re Vittorio Emanuele II per la difesa che i vicentini opposero agli austriaci nella battaglia del 10 giugno 1848; la seconda nel 1994 dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per l’attività partigiana nella seconda guerra mondiale.

    Guidate dal presidente Giuseppe Galvanin, le penne nere beriche hanno raggiunto Piazza dei Signori, applaudite dalla gente in corso Palladio addobbato a tricolore. A rendere onore alla sezione vicentina c’erano il presidente Corrado Perona, il già vice presidente vicario Sebastiano Favero e numerosi consiglieri nazionali. Un lungo serpentone di penne nere, striscioni, fanfare, gagliardetti, vessilli e gonfaloni ha chiuso una due giorni alpina densa di iniziative che avevano coinvolto la città nella festa: le esercitazioni delle squadre di Protezione Civile nei Giardini Salvi, la presentazione del volume “90 anni tra la nostra gente” curato da Gianluca Sgreva, l’omaggio al monumento alle otto aquile eretto 59 anni fa in ricordo di Cesare Battisti e dei reparti alpini “vicentini” della Grande Guerra, costruito con le pietre del Pasubio e dell’Ortigara, la mostra “90 anni di alpini a Vicenza”, allestita nella Loggia del Capitaniato.

    “In un’Italia che ha bisogno di valori morali, gli alpini hanno ancora un ruolo importante”, ha detto Perona dal palco delle autorità. E, rivolto alla piazza gremita ha esortato: “Questa vostra città, questo splendido scenario, meritano di essere coinvolti nelle manifestazioni che saranno organizzate nel centenario della Grande Guerra. Siamo vicini alla vostra gente e alle vostre montagne che tra il 1915 e il 1918 videro nascere sulle trincee del Pasubio, del Grappa, del Cimone e dell’Ortigara lo spirito e la fratellanza alpina”.

    Federico Murzio