VICENZA – Al gruppo il piastrino del capitano

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    La guerra continua ad aprire le sue ferite come se la memoria non potesse rimarginarle. Così, ecco che a tante famiglie giungono ancora testimonianze di chi, ormai mezzo secolo fa, non tornò a casa: una foto conservata da qualche commilitone, la testimonianza di un reduce, una cassetta di alluminio con i resti avvolti nel Tricolore, un piastrino di riconoscimento recuperato da una fossa comune… Proprio il piastrino ha fatto rivivere ai famigliari la tragedia del capitano Carlo Luigi Roffia, nativo di Arsiero (Vicenza) comandante della compagnia Comando del battaglione “Vicenza”, 9° reggimento Alpini, Divisione Julia.

     

    La sua sorte è stata raccontata dal suo attendente. Durante la tragica ritirata, a Lessnitchanskij, la compagnia del capitano Roffia venne accerchiata e annientata. Ufficialmente non ci furono superstiti. Invece l’attendente del capitano Roffia, scomparso alcuni mesi fa, aveva raccontato che il suo comandante era morto, di stenti e malattia, nel campo di prigionia di Ucijstoie, a fine marzo dello stesso anno, il 1943. A recuperare il suo piastrino in una fossa comune durante un viaggio in Russia, è stato un alpino, Antonio Respighi, che ha poi chiesto la collaborazione del sindaco di Arsiero Tiziano Busato il quale, dopo aver rintracciato i due nipoti del capitano Roffia, con il capogruppo Narciso Busato, ha organizzato l’incontro, presente anche il consigliere sezionale Lorenzo Mottin in rappresentanza del presidente Giusepe Galvanin.

    Una Messa a suffragio del Caduto è stata celebrata nella chiesa arcipretale, al termine della quale l’alpino Manuel Grotto ha tracciato un profilo del capitano Roffia. Il piastrino, racchiuso in una teca, è stato donato dai due nipoti del capitano agli alpini del gruppo, che lo conserveranno nella loro bella sede, accanto alle foto dei Caduti del paese che annovera medaglie d’Oro e d’Argento al Valore Militare.