Venti carichi di novità

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    L’alzabandiera in piazza Bra e la deposizione della corona alla targa che ricorda le Aquile del 6º Alpini sono stati l’incipit di una giornata ricca di spunti e di interessanti novità. Il Palazzo della Gran Guardia a Verona, ha ospitato il convegno annuale dei referenti del Centro Studi aperto dal saluto dell’assessore Marco Padovani. Il Presidente della Sezione ospitante Luciano Bertagnoli ha sottolineato il ruolo di rilievo che gli alpini hanno all’interno della società, un ruolo che si divide tra memoria e solidarietà. 

     

    Il saluto del Consiglio Direttivo e del Presidente Favero, impegnato a Bari per il raduno solenne al sacrario dei Caduti d’oltremare, lo ha portato il vice Presidente Alfonsino Ercole: «L’Associazione deve fare cultura attraverso il ricordo, a beneficio della società nella quale vive anche in virtù del rapporto che l’Ana coltiva, da sempre, con le Istituzioni».

    Un ordine del giorno ricco, scadenzato dall’anfitrione Mauro Azzi, responsabile della Commissione Centro Studi che ha animato il dibattito e scandito i tempi per una perfetta riuscita della giornata. Si è parlato del concorso nazionale per le scuole “Il Milite… non più ignoto” che ha destato qualche critica soprattutto per le difficoltà informatiche ad esso legate. I progetti presentati per l’anno scolastico 2016/2017 sono inferiori del 30% rispetto a quelli dell’anno precedente che già erano un numero esiguo, tuttavia è da sottolineare l’impegno delle scuole che hanno presentato lavori curati e ben fatti.

    Grande interesse per i progetti legati al centenario della Grande Guerra e dell’Ana, nel 2019. Pierluigi Scolè ha presentato l’ebook “Degni delle glorie dei nostri avi” Volume 2 – 1916 che raccoglie tutti i Decorati alpini nella Grande Guerra. Una pubblicazione disponibile sul sito https://www.ana.it che Scolè è riuscito a realizzare grazie alla squadra di volontari che via via è andata crescendo e che lavora alacremente nella raccolta dei dati.

    L’impaginazione grafica di Camillo Sassi ha valorizzato questa eccezionale raccolta nella quale tornano a rivivere uomini semplici e valorosi vissuti un secolo fa. Continua il ciclo di conferenze “Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai. Dalla storia al mito. Gli Alpini nella Grande Guerra”. Dopo Torino e Milano è toccato all’Università degli Studi di Padova (Palazzo del Bo) ospitare la conferenza sull’Ortigara a cento anni dalla battaglia. Il livello molto alto dei relatori e l’ambito universitario hanno decretato il successo di questa iniziativa.

    La discussione è proseguita su un altro progetto legato al Centenario della Grande Guerra, quello delle borse di studio che hanno preso il via a luglio del 2016. I tre ricercatori, Federico Goddi, Emanuele Ertola e Filippo Masina hanno svolto un lavoro molto accurato di ricerca toccando gli ambiti storici più importanti dell’Ana: la stampa alpina, la Protezione Civile, la fondazione, il Ventennio e il periodo repubblicano. Grazie anche alla collaborazione delle Sezioni che hanno aperto i propri archivi, è iniziato un viaggio in profondità negli anni che conducono al Centenario, non riservato esclusivamente agli appassionati dell’Ana, ma con una rilevanza storiografica ampia.

    Un percorso che si chiuderà nel 2019 con una ricerca finale sull’Associazione. Pagine di storia che dipingono un sodalizio forte in grado di gestire i contrasti e le varie correnti in virtù della saldezza di fondo cementata da valori comuni, in primis quello di non disperdere il ricordo dei veci. Non un’Associazione monolitica, dunque, ma unificata da una forte coesione. Leggendo la storia ci accorgiamo di come gli alpini siano diversi nei vari momenti eppure legati da un “filo verde” modulato nel corso del tempo, sottolinea Labanca «L’Ana è un’associazione d’arma, ma anche un’associazione di “società” ed è così da sempre.

    Gli snodi che ha dovuto affrontare, spesso complessi, li ha superati imboccato i viali più ampi a differenza di molte realtà simili che si sono “spente” in vicoli ciechi». Si è parlato anche dell’ambizioso progetto di ristrutturazione del Museo Storico nazionale delle Truppe Alpine al Doss Trento. Il Presidente della Sezione Maurizio Pinamonti coadiuvato dall’architetto alpino Tomasi hanno descritto nel dettaglio i lavori di ristrutturazione, entusiasmanti ma complessi che porteranno alla realizzazione di un museo interattivo nel quale l’alpino in congedo avrà un ruolo importante. Si è passati quindi a parlare di Sacrari. Il Consigliere nazionale Renato Romano ha relazionato sull’attività di ben mille volontari Ana impegnati nella manutenzione ordinaria e nei turni di apertura dei cinque sacrari (Redipuglia, Oslavia, Fagarè della Battaglia, Cima Grappa e Castel Dante Rovereto) menzionati sul protocollo d’intesa siglato tra Ana e Onor Caduti.

    Sono ore spese per la comunità che dimostrano il forte impegno civico degli alpini che molto spesso accompagnano i giovani in visita a questi luoghi della memoria. Ultimi due punti, i cori e le fanfare Ana e Bibliowin, il software per la catalogazione delle biblioteche. Il maestro Massimo Marchesotti ha relazionato in maniera dettagliata sull’attuale situazione dei cori. C’è davvero molto da fare e occorre cominciare al più presto. Per le biblioteche Ana la situazione non è molto cambiata dallo scorso anno, rileva Cristina Silvani, ci sono più ombre che luci. Le Sezioni dovrebbero spingere affinché il patrimonio librario non venga disperso e sia catalogato.

    In questi anni che ci portano al Centenario dell’Ana abbiamo l’obiettivo di agire e lavorare per il nostro futuro all’interno della società e il Centro Studi è uno dei veicoli che possono farci conoscere grazie alle attività che ha intrapreso e che verranno. «È stata una giornata ricca, piena di spunti e di nuovi stimoli per continuare a lavorare bene sul cammino già tracciato. C’è grande consenso da parte dei vertici dell’Ana per quanto sta facendo il Centro Studi, soddisfazione, fiducia e aspettative alte» sono state le parole del vice Presidente Ercole in chiusura della giornata.

    Incontri come questi sono capaci di trasmettere nuovi entusiasmi da condividere con gli alpini della propria Sezione. Grazie agli spunti offerti, i progetti potranno essere raccolti e condivisi, fino a crescere e diventare concrete realtà.