Un ricordo che conforta

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    Ecco quello che hanno saputo fare gli alpini del Gruppo Valpotenza della Sezione Marche con sede a Castelraimondo, piccolo paese di 4mila anime nel cuore dell’Appennino marchigiano. Alle spalle del monumento del paese troneggiano 54 pennoni, tanti quanti sono i nostri figli caduti in Afghanistan. In questi mesi, con pazienza e costanza smisurate gli alpini e le autorità del posto hanno chiesto e in buona parte ottenuto i vessilli delle città di appartenenza dei 54 Caduti.

     

    Domenica 20 settembre a coronamento dell’opera, in una toccante cerimonia le bandiere hanno trovato collocazione sugli alti pennoni che fanno da corollario al monumento. La risposta ai miei perché è sempre stata lì, ai piedi della stele, stampata sui volti di queste persone, e si condensa in tre semplici definizioni: amore viscerale per un cappello, ideali al platino e volontà d’acciaio nel non dimenticare, non dimenticare mai. Ringraziare è riduttivo. Per noi genitori, fratelli, sorelle e spose di questi ragazzi, il cercare conforto cozza sempre sulla stessa domanda: ma ne è valsa veramente la pena? Noi genitori che ci parliamo e confrontiamo, sappiamo che per un figlio, un fratello, un soldato, il sacrificio della vita diventa vano quando ci si dimentica. Ricordare, ricordare sempre, questo è il viatico che ci aiuta a trovare conforto. A voi gente semplice marchigiana il nostro infinito grazie perché quello che avete fatto è come una finestra che si spalanca su una stanza buia inondando di luce ogni cosa scaldandoci i cuori, e togliendo peso al fardello di quotidiana sofferenza. Ci saranno ancora, ci saranno sempre per noi dolore e tristezza, ma il sapere che laggiù in quella sperduta valle, su quei pennoni sventolano a perenne memoria le bandiere dei nostri ragazzi, ci aiuterà e darà forza, la forza dei nostri figli caduti per qualcosa in cui credevano ciecamente.

    un genitore – F. Miotto

    Il ricordo è riconoscenza verso chi abbiamo perduto e, nello stesso tempo, lampada che brilla nella notte del dolore di chi è rimasto nelle lacrime.