Un luogo magico

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    «Salii quassù la prima volta da bambino con mio papà e ricordo la gran folla di allora. Dopo tanti anni è ancora lo stesso». Ha esordito così Mario Rumo, Consigliere nazionale, nel suo discorso al tempietto votivo di Morbegno. Parole che posso sottoscrivere anch’io accomunato dalla stessa esperienza. Allora tanti alpini salivano a rendere omaggio ad amici e parenti meno fortunati, ora sono figli e nipoti, insieme a tanta gente comune, qui a ricordare il sacrificio di tanti e i valori che ci hanno trasmesso. 

    E poi l’atmosfera che si respira quassù e il colpo d’occhio sulla Valle sottostante fa sì che chi arriva in questo luogo una volta, ci ritorni. Nel tempietto votivo, inaugurato nel 1962, sono poste le lapidi di tutti i Caduti della Seconda Guerra Mondiale; fu costruito dagli alpini di Morbegno su disegno dell’ing. Paolo Caccia Dominioni e guarda la Valle quasi ad indicare che lo sguardo dei Caduti sia rivolto verso la loro amata terra.

    Ogni anno in occasione dell’anniversario della battaglia di Warwarowka (23 gennaio 1943) si ritorna qui nel ricordo di quel tragico evento che causò l’annientamento del battaglione Morbegno e della 31ª batteria del Gruppo Bergamo, sopraffatti, nonostante l’eroica resistenza, dai carri armati sovietici. La cerimonia inizia alle 19.45 con l’alzabandiera e l’omaggio al monumento ai Caduti della Grande Guerra, poi una breve sfilata per le vie del centro e la pittoresca salita lungo il sentiero illuminato dalle torce rette dai volontari della Protezione Civile.

    All’arrivo la campana chiama tutti a raccolta. Prima della Messa il saluto del Capogruppo Guido Lucchina seguito dalle parole del prefetto della provincia di Sondrio Giuseppe Mario Scalia; a seguire i brevi discorsi del sindaco Andrea Ruggeri che ha chiamato al suo fianco il padre del capitano Massimo Ranzani caduto in Afghanistan, del presidente della provincia di Sondrio Luca della Bitta e del comandante del Morbegno ten. col. Massimiliano Cigolini. La Messa è stata celebrata dal rev. arciprete don Andrea Salandri, mentre l’omelia, come sempre ispirata, è stata del cappellano della Sezione Valtellinese padre Mario Bongio.

    Le note della corale Bossi e della fanfara Valtellinese hanno contribuito a scaldare l’atmosfera. Alla fine i discorsi del Presidente di Sezione Gianfranco Giambelli e del Consigliere nazionale Mario Rumo. La discesa nella notte con le luci del fondo valle sempre davanti a noi scaldano il cuore, davvero il loro sacrificio non è stato vano, davvero ci hanno trasmesso qualcosa, torniamo ricaricati. Quei valori di amicizia, di solidarietà, di senso del dovere dobbiamo sempre portarli con noi nella vita di tutti i giorni, dobbiamo far splendere attorno a noi tante luci e continuare sulla via che col loro sacrificio ci hanno indicato.

    Mariano Spreafico