Un grande impegno

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    Si sa, e ce lo raccontiamo spesso, che gli alpini, storicamente sono abituati a fare molto e a parlare poco, e soprattutto quando l’argomento sono loro ed il loro operato. Ma questa volta diventa importante mettere in luce quello che i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini hanno fatto a Trento in occasione della 91ª Adunata nazionale.

    Grandi interventi realizzati “per la prima volta”, che per questo avrebbero dovuto essere criticità e che invece si sono dimostrati successi. Ma andiamo per ordine: per la prima volta la Protezione Civile degli alpini si è occupata dell’allestimento dei campi destinati ad accogliere i partecipanti all’Adunata. Certamente non un lavoro qualsiasi: i volontari hanno allestito 7 campi, 3 destinati agli attendamenti e 4 per la sosta dei camper. I numeri sono notevoli: piazzole per quasi 2.000 tende di tutte le dimensioni, dalle canadesi ai tendoni dei gruppi, spazi per oltre 1.000 camper e la stima, al ribasso, è di oltre 13.000 persone.

    Da sottolineare come i lavori siano terminati in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale, cosa certo non usuale negli appalti pubblici di grande entità. «Un grande lavoro che è al servizio di tutti gli alpini e dunque tutti dovremmo dir loro grazie!» ha detto il Presidente nazionale Sebastiano Favero, che ha voluto recarsi a Trento il martedì precedente l’Adunata appositamente per incontrare e ringraziare i volontari impegnati.

    Un lavoro che è stato realizzato con materiali di proprietà dell’Ana ma che possiamo dire essere un po’ di tutti, poiché potranno essere utilizzati, speriamo mai, per allestire campi in caso di emergenza: per noi della Protezione Civile Ana si tratta di una vera e propria esercitazione, un’ottima palestra per farci trovare pronti. E ancora, per la prima volta, è stata realizzata nella centralissima piazza Dante, la Cittadella della Protezione Civile, vera e propria “porta dell’Adunata”. Una vetrina di tutte le specialità che ha entusiasmato ed incantato i visitatori, oltre 90.000 nei giorni di apertura, coinvolgendo ad esempio, nelle sole postazioni della specialità alpinistica, più di 2.000 persone sulla nuovissima palestra di arrampicata e oltre 3.000 sul ponte tibetano. Un momento che i volontari aspettavano, non per mettersi in mostra, ma semplicemente per dimostrare quanto siano sempre a fianco della gente, nei momenti difficili.

    Oggi al cuore e all’entusiasmo, la Pc dell’Ana affianca competenza, preparazione e professionalità a testimoniare una presenza costante che è garanzia di sicurezza. Una presenza riconosciuta anche dal capo dipartimento della Protezione Civile nazionale, Angelo Borrelli e dai suoi uomini: «L’opera degli alpini è fondamentale per l’attività e il sistema di protezione civile. Siamo da sempre al loro fianco!» ha confermato. Per la prima volta anche la grande famiglia della sanità alpina, che ha visto sfilare assieme davanti al Presidente Mattarella alternati tra le divise arancioni delle Squadre Sanitarie e quelle dell’Ospedale da Campo Ana – Gruppo di intervento Medico Chirurgico. Una presenza importante anche nei numeri quella nei vari posti medici avanzati previsti nella città dal piano sanitario e presso l’Ospedale da Campo Ana: 218 i pazienti gestiti dalle varie strutture della sanità alpina, di cui 197 dimessi e 21 trasferiti dopo essere stati stabilizzati, all’Ospedale Santa Chiara di Trento.

    Una presenza importante, tanto che l’Ospedale da Campo Ana è stato individuato nella serata e nella notte di sabato 12, quale struttura preposta a garantire il primo supporto sanitario al Presidente della Repubblica. E di nuovo, per me, ancora una volta, è difficile trovare parole adatte per dimostrare ai nostri volontari l’emozione ed il plauso nel vederli presenti, al lavoro e nella sfilata oceanica della domenica, a rappresentare una realtà che è punto fermo di riferimento per tutto il nostro Paese.

    Quella dei volontari della Pc Ana è una testimonianza concreta di presenza al fianco della popolazione e della gente e che rinnova un patto: continueremo a fare ciò che abbiamo imparato dai nostri veci che sono “andati avanti”, perché quello che sappiamo fare meglio è semplicemente il nostro dovere. Grazie ragazzi.

    Gianni Gontero