Un cuore per Arquata

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    Passo dopo passo. L’attesa è finita e ora è lì. È un edificio gentile con grandi finestre fatto di legno e costruito con la migliore tecnologia per resistere alle scosse, quelle scosse che oltre due anni fa hanno devastato Arquata del Tronto. A volte la vita è strana e la natura in un battibaleno può distruggere la tua casa, le tue certezze, la vita. L’uomo cerca di ricostruire, di guarire le ferite della terra e di lenire il dolore. Passo dopo passo. Il nuovo edificio si chiama “Un cuore per Arquata”. È bellissimo. È un sogno. Quando sarà terminato avrà una grande sala baciata dai raggi del sole; dalle ampie vetrate si potranno vedere il monte Vettore, gli alberi, le dolci colline e il cielo. L’attesa è stata lunga, a volte sconfortante. Finalmente lo scorso autunno, dopo oltre due anni dal terremoto, risolte le gabelle della burocrazia e avuti i permessi, i lavori sono cominciati e in tre mesi si è arrivati al tetto e a chiudere le grandi vetrate, prima dell’arrivo della neve. L’incontro tra l’Ana e i 4 club della famiglia Round Table che hanno finanziato il nuovo centro per la gente di Arquata è nato dall’iniziativa di un alpino che ha messo in contatto le due realtà. La risposta è arrivata forte: quattro club che affondano le loro radici nell’amicizia, nelle relazioni e nell’aiuto a chi ha bisogno – Club 41, Round Table, Agora e Ladies’Circle, uniti nel “Four Club One Vision” – hanno raccolto migliaia di euro da donare all’Ana per realizzare il progetto. Una discreta somma che, con quella messa a disposizione dall’Associazione Nazionale Alpini, sta creando “il cuore”, che batte forte grazie agli alpini e alla ditta costruttrice che hanno lavorato alacremente per realizzare questo miracolo per la gente di Arquata.

    Luca Colombo