Un crescendo allegro con brio

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    Gli aostani e la marea alpina.

     

    DI ALESSANDRO CELI

    Gli alpini hanno vinto la tradizionale ritrosia montanara degli Aostani già nella mattina di venerdì 9 maggio. Non appena il numero di Penne nere per le strade cittadine ha raggiunto la giusta consistenza, gli abitanti di Aosta hanno capito che i gruppi vocianti che affollavano i bar o visitavano con curiosità mostre e monumenti della città portavano solo brio e allegria. È un modo di fare festa non pesante. Non è come in quelle occasioni che dopo dieci minuti hai voglia di andartene : così dice Luciano, un cinquantenne affascinato dalla vitalità degli Alpini. Alla fine anche i veullatzì ( abitanti di Aosta nel dialetto locale) si sono uniti alla festa e hanno contribuito alla riuscita dell’Adunata. Non è stata una questione di età o di sesso: anziani e bambini, ragazze e donne hanno ceduto alla simpatia alpina e partecipato ai cori, alle bevute, alle rimpatriate e alle manifestazioni collaterali. Eppure, le premesse non erano così confortanti. I giorni precedenti erano infatti trascorsi in un’attesa dubbiosa: quanti saranno gli alpini?
    che cosa faranno?passeranno il tempo a bere?ci saranno danni e rifiuti dappertutto?
    Queste ed altre domande riempivano i discorsi e i commenti della popolazione, tanto che molti Valdostani hanno approfittato della chiusura delle scuole programmata nel calendario scolastico e sono partiti per una breve vacanza. Quelli che, al contrario, sono rimasti a casa hanno scoperto una dimensione nuova di Aosta: già a mezzogiorno di venerdì i giudizi raccolti sottolineavano come gli alpini stessero ravvivando una città troppo spesso ripiegata su se stessa e poco incline a manifestare i propri sentimenti.
    L’emozione non è invece mancata venerdì sera, in occasione dell’arrivo delle due Bandiere di guerra che hanno aperto ufficialmente l’Adunata. Malgrado la pioggia, gli Aostani sono usciti, si sono mescolati agli alpini, hanno applaudito dai balconi, dalle terrazze e addirittura dai tetti, accompagnando in massa la sfilata fino a Piazza Chanoux, il cuore della città. Dopo la cerimonia il centro di Aosta era gremito di folla entusiasta e gli occhi di tutti luccicavano per i sentimenti suscitati dalle note della fanfara.
    Ben presto, però, l’allegria alpina ha ripreso il sopravvento: C’è una divertente atmosfera festosa. Vorrei vedere Aosta sempre così , ha detto in quel momento Roberto, un quarantenne da sempre contrario alle armi e agli eserciti, rimasto coinvolto dall’entusiasmo delle penne nere. Sabato il clima non è cambiato, e anzi la festa è andata via via crescendo, favorita dal fatto che l’Adunata ha fornito a molti valdostani emigrati o figli di emigrati l’opportunità di riabbracciare amici e parenti lontani o di incontrare quanti si erano lasciati al paese, decenni addietro: a Saint Martin de Corléans, ad esempio, il concerto del Coro ANA di Latina ha riportato ad un anziano del quartiere l’aria del paese natio, abbandonato quarant’anni prima.
    La partecipazione degli aostani è aumentata per l’alzabandiera del mattino seguente. In piazza Chanoux si passava a malapena, tante erano le persone accorse per la cerimonia, le stesse che si sono poi disperse nel centro storico e hanno contribuito ad aumentare l’atmosfera di festa per le vie cittadine. In quel momento tutti gli aostani hanno realizzato in pieno la vivacità e la gioia date dal ritrovarsi, dall’abbracciarsi e dal condividere come sanno fare gli Alpini. La veglia della notte precedente lo sfilamento si è protratta, come tradizione, fino all’alba. Anche qui i valdostani non si sono tirati indietro: soprattutto i giovani si sono uniti con entusiasmo agli alpini nelle libagioni e nei cori. Particolarmente emozionante quello che, alle quattro del mattino, ha fatto risuonare Fratelli d’Italia sotto la millenaria Porta Praetoria. Almeno duecento persone, richiamate dalle voci ancora intonate (un vero miracolo!) dei coristi, si sono aggiunte man mano e al culmine dell’inno lo spettacolo era coinvolgente. Così come coinvolgente è stata la sfilata della Sezione valdostana, domenica alle 19,30. Al termine di una giornata assolata, gli alpini della Vallée hanno richiamato migliaia di persone lungo le vie e il canto di Montagnes valdôtaines, vero e proprio inno locale ripetuto durante tutto il percorso, ha espresso nel modo migliore l’entusiasmo dei valdostani per la 76ª Adunata.