Un appello ai dormienti

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    Ogni inizio d’anno sfoglio il nostro Libro Verde e non posso fare a meno di compiacermi nel constatare quante ore operative od elargizioni in denaro sono devolute per opere benefiche. A tutto questo, se mi è permesso, vorrei aggiungere le varie manifestazioni di solidarietà sommerse, che non sono ritenute di pubblico interesse e di divulgazione, ma attuate dai vari gruppi alpini.

    Mi riferisco, ad esempio, all’aiuto che viene offerto a coloro che conosciamo in prima persona, il vicino della porta accanto, un iscritto al Gruppo che si trova in difficoltà momentanea o persistente, persone alle quali cerchiamo, nel nostro piccolo, di agevolarne il momentaccio che stanno attraversando contribuendo in opere o con seppur modeste somme in denaro. Non ho voluto aggiungere questa precisazione per elogiare il nostro operato, ma per fare presente a quegli alpini dormienti che il loro attuale ruolo, iscrivendosi nei vari Gruppi, potrà avere ancora come sempre una valenza altruistica, calcolando anche che i soci sono in calo.

    Renzo Ronchetti Capogruppo alpini Anzola dell’Emilia Sezione Bolognese Romagnola

    Caro amico, tra gli alpini c’è una carità sommersa che non è visibile, né quantificabile, ma costituisce certamente linfa vitale per tener viva la qualità di vita del nostro Paese. Il bene pubblico fatto dall’Ana è soltanto il prolungamento all’esterno di un fiume carsico di opere buone. Se molti capissero lo spirito che ci anima, forse non solo i dormienti, ma anche tanti genitori potrebbero insistere con i loro ragazzi per farli partecipare alle nostre iniziative. Sarebbe una opportunità pedagogica importantissima, a rischio zero.