Tracce del passato

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    Un pubblico numeroso e attento ha affollato, nella mattinata del 22 ottobre, il salone del Centro culturale “La Società” per assistere alla consegna dei riconoscimenti ai vincitori di “Alpini Sempre”, il premio nazionale letterario di narrativa e ricerca scolastica sugli alpini. Arrivare alla 15ª edizione è un risultato di non poco conto per una comunità periferica e per un piccolo gruppo Ana e dimostra l’interesse della gente e il valore degli scrittori che hanno posto al centro dei loro lavori la montagna e il ruolo degli alpini sia in pace che in guerra. 

     

    La cerimonia di premiazione, condotta da oltre dieci edizioni dal prof. Andrea Mignone, è stata l’occasione per riunire gli alpini di parecchie Sezioni del Basso Piemonte: Alessandria, Casale Monferrato, Asti, oltre ad Acqui che era rappresentata da tutti i gagliardetti della Sezione con i rispettivi Capigruppo. Il sindaco Fabrizio Ivaldi ha portato i saluti dell’amministrazione comunale sottolineando l’importante ed apprezzata presenza degli alpini sul territorio, promotori di molte iniziative a favore della collettività, essenziali soprattutto in questi tempi sempre più avari di sostegni finanziari da parte delle istituzioni.

    Nei successivi interventi il Presidente sezionale Angelo Mario Torrielli e il Consigliere nazionale Giancarlo Bosetti hanno rimarcato la volontà e l’impegno di sostenere il premio che da onore e prestigio alla piccola Sezione di Acqui Terme. La cerimonia di premiazione è stata aperta dal presidente della giuria, prof. Carlo Prosperi, che ha illustrato i criteri di scelta dei vincitori, sottolineando la qualità e la quantità delle opere presentate (provenienti da tutta Italia) e la varietà degli argomenti trattati. Il tema più rappresentato, da ben tre autori premiati, è stata la Campagna di Russia, con particolare riferimento alla ritirata. Per la Sezione il libro edito – Categoria “storico-saggistica” la scelta della giuria è caduta sull’opera “I naufraghi del Don – Gli italiani sul fronte russo 1942- 1943”, di Giulio Milani di Massa Carrara, (Editori Glf Laterza, Bari 2017).

    La voce vivida e intensa degli ultimi testimoni. Un potente affresco della più drammatica battaglia combattuta dall’Esercito Italiano nella Seconda Guerra Mondiale: la ritirata di Russia, dal Don verso casa. La Categoria “narrativa” ha visto premiati, ex equo, i volumi “Anni perduti – Memorie di un Alpino (Guglielmo Fabrocini)”, a cura di Riccardo Lolli e Gilberto Marimpietri (Textus Edizioni, L’Aquila 2015) e “La bandiera per compagna – Memorie di Angelino Calligaro alpino nella Campagna di Russia”, a cura delle friulane Marisa Comoretto e Michela Pauluzzo Guerra (Aviani&Aviani editori, Udine 2013).

    Fabrocini scrive per lasciare una memoria di sé e dei fatti di cui è stato involontario protagonista e testimone, quale militare internato negli Stalag o negli Oflag hitleriani. La scrittura per lui ha un valore catartico, in quanto cerca di dare un senso, sia pure precario, a mesi e mesi di vita, ad anni appunto perduti nella lunga permanenza in prigionia. Quello che Calligaro chiama “diario” è, in realtà, un memoriale, seguito da un successivo ampliamento.

    Ovvero “una memoria storica personale ed una testimonianza umana”, in cui la voce dell’io rammemorante – dall’interno degli eventi – assorbe e fonde voci di altri personaggi, secondo “alcune marche stilistiche dell’oralità”. Altri due libri, al di fuori dei volumi premiati, hanno ottenuto il riconoscimento speciale della giuria. Il primo è “Fronte del Don – Dicembre 1942 – Arbusowka – Meskoff – Sulle tracce di Rubens”, di Riccardo Bulgarelli di Torino (la cui mamma è di Montechiaro d’Acqui), Edizioni Artestampa, Modena 2017.

    Rubens, il disperso in Russia, è lo zio dell’autore, che, nel tentativo di indagarne la sorte, fa uso di due registri narrativi: uno sostanzialmente denotativo, improntato all’oggettività propria della storia; l’altro esprime il pathos che accompagna la ricerca angosciosa, la partecipazione emotiva del ricercatore sentimentalmente motivato e coinvolto. La seconda opera che ha ottenuto il riconoscimento speciale è “Gli orsaresi nella grande guerra”, di Luisa Rapetti di Acqui, edito da Impressioni Grafiche.

    È un libro che va al di là di quanto il titolo promette, perché, oltre a ricostruire fedelmente, sulla base di documenti d’archivio, il contesto orsarese su cui la Prima Guerra Mondiale si riversa in tutta la sua drammatica e sconvolgente portata, non manca di tenere presente il più ampio quadro del conflitto con le sue implicazioni di carattere economico- sociale, facendo riferimento alla specifica letteratura che ne tratta.