Torniamo a cantare come una volta

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    Il dibattito sulla coralità.

    Voglio anch’io aggiungere una mia riflessione alla lettera del sig. Sergio Pivetta di Milano (novembre 2006), ribadita poi nella rubrica dibattiti a pag. 28 del medesimo numero.

    Caro Sergio, condivido al cento per cento le tue osservazioni. Il canto alpino va eseguito come è nato: dalla spontaneità del canto popolare con tutti i suoi limiti artistici, ma con tutto il suo struggente fascino. Non è pensabile eseguire brani nati in trincea, tra il fango e la mitraglia, con la leziosità di armonizzazioni che nell’esperienza popolare assolutamente non esistono: il coro alpino non è un coro di monache e nemmeno il coro della cattedrale: dev’essere coro virile, deciso, spontaneo e naturale; anche le armonizzazioni a quattro voci pari, con tutto il rispetto dei grandi maestri che le hanno approntate, si rivelano spesso artefatte, stucchevoli e fasulle, giacché spontaneamente, nessuno, a meno che abbia fatto studi di armonia in conservatorio, è in grado di creare tali armonizzazioni.

    Non è la stessa cosa per i canti alpini d’autore , (uno per tutti, il mirabile Signore delle cime ) ma allora non siamo più davanti ad armonizzazioni di canti popolari, ma di canti nuovi, creati ad hoc, ed ogni autore è libero di esprimere in essi tutto il suo talento e la sua valentìa, ma questo evidentemente è un altro discorso. Per quanto riguarda i nostri canti storici, di universale dominio alpino rimettiamoci a cantarli in maniera vera, maschia e naturale.

    Personalmente istruisco e dirigo un piccolo coro alpino di circa 20 elementi volenterosi, intonati, ma nessuno conoscitore della musica. Da noi si canta, in piazza e in chiesa, come si è sempre cantato: naturale, a squarciagola, con le sole terze inferiori o superiori, le quinte superiori; al massimo con un bordone di accompagnamento quando c’è il basso idoneo alla parte e nulla più.

    Non facciamo concerti altolocati , ma quando la gente ci ascolta rimane incantata dal fascino unico della voce virile autentica e i nostri canti sono esattamente come sono nati e come sono stati cantati dai nostri alpini. Il presidente Perona, recentemente in visita al nostro paese, vicinissimo ai luoghi della battaglia di Monte Marrone, ci ha lodato e incoraggiato a proseguire su questa strada.

    Sacerdote Paolo Mazzoleni
    Parroco a Colli a Volturno (Isernia)