Sull'Europa

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Converrà con me che il tentativo di costruire una nuova Europa è stato un totale e drammatico fallimento. L’idea di mettere insieme 28 Paesi, che fra loro non hanno niente in comune, come la storia, lingua, tradizioni, cultura e fede religiosa, è stato un vero disastro. Anzi no, in realtà c’è un elemento che unisce questi 28 Stati. È l’euro. 

Una moneta micidiale, peggiore del terrorismo, che ha impoverito milioni di persone e causato danni economici ai quali sarà difficile porre rimedio in tempi brevi. Una moneta virtuale, senza valore, che ci ha trasformati da liberi cittadini in sudditi e ci ha reso schiavi di altre nazioni. Questa Europa (o Eurabia) ci sta trascinando passo dopo passo verso la Terza Guerra Mondiale, mentre in alcune parti del mondo sono in corso le prove generali.

Lorenzo Conradi, Imperia

Caro Lorenzo, la storia dell’Europa e la sua identità culturale andrebbero conosciute meglio. Sai che il primo a parlare di Europa è un certo Erodoto, che nel V secolo avanti Cristo definisce così quelle terre dove vige la cultura della libertà e che si distingue dall’Asia popolata dai barbari soggetti a servitù. Ma sarà solo a partire dall’VIII secolo dopo Cristo, con Carlo Magno, che l’Europa acquista la sua vera identità. Dopo che i musulmani hanno conquistato le terre turche, meno Costantinopoli, e tutta l’Africa del Nord, l’Europa si definisce come quella terra che ha come cultura la filosofia dei greci, come legge il diritto romano e come credo la religione cristiana. Come puoi ben capire, si tratta di una identità culturale, che ha funzionato per secoli e secoli. Oggi è il collante culturale che è venuto meno, illudendoci che possa essere l’economia a tenere uniti. Ma è solo ripristinando un sentire culturale comune che avremo qualche chance di cavarcela. Non è certo dalle monete che ricaveremo la nostra identità.