Spunti acuti

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    Caro direttore, nella corrispondenza con i lettori del n. 4/2014 de “L’Alpino”, vengono trattati due argomenti che mi sembra meritino un contributo. 1. Il primo di questi è trattato nella lettera intitolata “Liturgia e Alpini”. In essa Dario Burresi di Trieste segnala che la Curia, nella recita della Preghiera dell’Alpino durante la Messa, consente la dizione “rendici forti” e non quella, testuale “rendi forti le nostre armi”.

    La censura dell’autorità ecclesiale mi sembra coerente con il Vangelo che è messaggio di pace e di fratellanza fra gli uomini in Dio. Giusto quindi che le armi siano lasciate fuori della chiesa; allo stesso modo ne devono rimanerne fuori i “nostri Battaglioni” sui quali la “Preghiera” chiede la benevolenza della Vergine Maria. 2. Il secondo argomento è trattato nella lettera dell’alpino Daniele Guiotto sulla questione dolorosa e raccapricciante delle foibe. Secondo l’autore della lettera le foibe troverebbero motivo (non giustificazione) nelle deportazioni, repressioni, fucilazioni e vessazioni nei confronti della popolazione slovena attuate durante la dominazione fascista di quei territori. Quello che dice il Guiotto è vero, come lo è quanto tu dici in risposta, un po’ polemicamente, circa l’azione (mancata) dell’Italia nei confronti del governo jugoslavo. Ma ciò che non appare congruo, in questa diatriba, è ricercare rapporti di causaeffetto per quelle tragedie: esse sono un lutto comune sia del popolo italiano sia del popolo sloveno e dovrebbero far riflettere su come si sia potuta scatenare in uomini come noi la bestialità che li ha indotti a compiere siffatte efferate crudeltà.

    Giuliano De Palma – sezione di Milano

    Chiedo scusa al nostro lettore per aver accorciato la sua lunga lettera, ricca di spunti acuti e interessanti. Sulla Preghiera dell’Alpino io non sarei così drastico. Se dobbiamo lasciare fuori le armi… verbali, allora tanto vale che lasciamo fuori anche l’Associazione d’Arma che è l’ANA. La preghiera riflette il tempo in cui è stata composta, così come tante preghiere della Chiesa che oggi risultano superate e in contrasto con la moderna sensibilità. Quanto alle foibe, credo sia importante tenere distinto il piano storico, su cui è doveroso investigare, dal piano etico sul quale concordiamo certamente con le riflessioni del nostro lettore.