Spirito e testimonianza

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    Pochi sanno o ricordano che anche gli alpini, hanno sventolato il loro cappello e la loro lunga penna nera sull’aeroporto di Cortina d’Ampezzo. Lo spiazzo dietro l’albergo Fiames, un tempo solo pista per elicotteri, fu ampliato per essere utilizzato anche per i piccoli aerei da turismo. Due mesi di lavoro (luglio/agosto 1963) e pochi alpini allungarono ed allargarono la pista esistente. 

     

    Dopo vari tentativi, come ricordano le cronache giornalistiche di quei tempi, causa un grave incidente aereo, nel quale persero la vita anche alcuni finanziatori, il progetto fu sospeso. Io sono uno di quegli alpini che nel 1963 partecipò a quella geniale avventura. La Grande Guerra qui aveva creato dolori e distruzioni. Il nonno Angelo Giustina ogni giorno ci spronava ad andare a visitare quei luoghi dove aveva meritato il titolo di cavaliere di Vittorio Veneto ed alcune medaglie, tuttora in mio possesso e che onoro. Questo nonno è stato un eroe, ma anche un vero angelo, mai sentii uscire dalle sue labbra una parola di astio, negativa o di odio nei confronti di quei giovani alpinjaegher, combattenti pure loro. L’assegnazione dei mondiali di sci del 2021 a Cortina mi ha obbligato a scrivere queste due righe e mi emoziona particolarmente la proposta di una possibile riattivazione dell’aeroporto a Fiames. Peccato che gli alpini quasi non esistano più.

    Giuseppe Chiari, Belluno

    Caro Giuseppe, non so se nel 2021 si farà l’aeroporto. Di sicuro gli alpini ci saranno ancora. È vero che le loro fila si snelliscono, ma lo spirito e la testimonianza sociale che lasciano sono più vivi che mai.