Seicento penne d’oro

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    In più occasioni viene ricordato che la Protezione Civile Ana ha ricevuto il seme della sua nascita in occasione delle attività di soccorso prestate dopo il terremoto in Friuli. Lo spirito di solidarietà di quegli alpini è lo stesso che alimenta l’animo di chi ha partecipato alle emergenze in Abruzzo nel 2009, in Emilia Romagna nel 2012 e nel Centro Italia colpito dal terremoto il 24 agosto di quest’anno.

     

    Cambiano i tempi e la società a cui è rivolta la nostra cooperazione, ma restano immutati i fini e i soggetti a cui è indirizzato il nostro aiuto. Le tante attività di prevenzione ci vedono impegnati da tempo su tutto il territorio nazionale e gli attestati di riconoscimento sono numerosi sia dalla gente, sia dalle istituzioni. L’esercitazione di Protezione Civile del 3º Raggruppamento, organizzata dalla Sezione di Pordenone, voleva rendere merito a chi quarant’anni fa ha messo a disposizione la propria professionalità, in modo gratuito. Inoltre è stata l’occasione per dare prova dell’alto livello raggiunto dalla componente specialistica della nostra organizzazione.

    L’obiettivo dell’esercitazione è stato anche quello di verificare le capacità organizzative, logistiche e gestionali dei volontari della Protezione Civile Ana, impiegati in un vasto e diversificato territorio. Le Sezioni del Triveneto hanno risposto all’appello con passione, seppur in misura differente nel numero dei volontari che in totale erano 600. Diversi per tipologia e partecipazione sono stati gli eventi che hanno caratterizzato questa esercitazione come, ad esempio, i recuperi ambientali anche di carattere storico, che hanno aperto scorci e visuali che il proliferare della natura aveva quasi cancellato. È qui che si apprezza l’azione del volontariato Ana.

    Alla Sezione di Pordenone è stata assegnata l’organizzazione e la gestione di questa importante e significativa esercitazione nella quale sono stati superati tutti i record per il numero delle comunità coinvolte: 23 cantieri nei comuni di Pinzano al Tagliamento, Andreis, Aviano (santuario), Aviano località Masure, Aviano località Giais, Caneva, Sesto al Reghena, Morsano al Tagliamento, Pordenone (asilo), Pordenone, rione Torre, Pordenone, rione Valle Noncello, Claut, Pordenone, villaggio del Fanciullo, Casarsa della Delizia, Polcenigo, Vito d’Asio, Maniago, Cavasso nuovo, Fiume Veneto. E le comunità hanno risposto con entusiasmo e grande partecipazione.

    Condivido con i lettori questo semplice ma significativo episodio che credo dimostri, con i fatti, ciò che gli alpini valgano per la comunità. In visita ad alcuni cantieri mi sono fermato, insieme al sindaco, al rancio alpino durante il quale ho ringraziato il personale non socio Ana che aveva preparato le pietanze con semplicità e con impareggiabile garbo.

    «Per gli alpini possiamo fare questo ma anche tanto altro!», è stata la loro risposta. Indubbiamente un grande riconoscimento. Non sono mancate le componenti formative dei volontari: gli osservatori e i delegati dell’organizzazione hanno visitato tutti i cantieri, controllando e impartendo istruzioni nell’uso dei dispositivi di protezione individuale. L’azione non è indirizzata solo al rispetto di vigenti disposizioni legislative, ma soprattutto alla crescita, finalizzata a comprendere e a far propri princìpi e automatismi che tutelino e responsabilizzino la persona, sgravando i superiori di molte responsabilità.

    L’esercitazione ha raccolto un risultato ampiamente positivo anche per la simulazione di attivazione della Colonna mobile Ana con tutte le sue componenti di specialità per allestire un campo di accoglienza da 250 sfollati. Anche in questa occasione posso dire, con orgoglio: bravi volontari!

    g.b.