Scritti con la divisa

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    Siamo con un artigliere alpino, ma questo ha radici nella bassa pianura veronese, precisamente a Isola della Scala, posta a circa 30 metri sul livello del mare, una terra fertile voltata e rivoltata nel corso dei secoli. Luigi fa parte di quel mondo, di una numerosa famiglia contadina: papà, mamma, Lucia, Riccardo, Teresa, Angelo, Luigino, Guglielmo, Annamaria e Paola. Gente austera come la vita di campagna dove il fiato occorre tutto alla fatica, dove da sempre sono i contadini a svegliare il sole e non viceversa. Gente che pratica i doveri prima dei diritti e quando arriva il tempo del servizio militare mugugna ma non fa storie. 

     

    La destinazione per Luigi è dalla parte opposta da dove abita, dal Veneto al Piemonte. Invece della domenica, dedicata al saluto agli amici, parte il lunedì, un giorno in meno che sconterà con gli interessi al congedo. Partenza alle sette del 5 febbraio 1967 ed arrivo alle ventiquattro circa alla caserma Cesare Battisti di Cuneo, dove gli consegnano subito il corredo militare e la branda. Il giorno dopo ha il primo impatto con la vita di caserma come scrive nel suo diario.

    “All’indomani mattina, sveglia e adunata, mi trovai in un cortile grandissimo con tante reclute, circa quattromila, suddivise in tanti plotoni, riconoscibili dalle mostrine e dalle nappine sui cappelli, ma non sapendo la differenza di tali segni, mi trovai con un plotone diverso da quello di appartenenza, ma con l’aiuto dell’ufficiale di giornata mi fu indicato quello giusto. Il CAR durò circa due mesi (…) Improvviso il mutamento di vita – da ragazzo di campagna alla vita militare con le sue regole – ma non ci furono problemi di adattamento (…) così ebbi l’opportunità di conoscere molti ragazzi e scegliermi degli amici”.

    Il papà invece qualche preoccupazione ce l’ha.

    Isola della Scala, 26 febbraio 1967 – Caro Luigi, ieri abbiamo ricevuto la tua lettera. Con molto piacere abbiamo sentito che ti trovi in ottima salute (…) ho sentito che hai cominciato a fare istruzione con le bombe a mano, guarda di fare attenzione in questo: hai capito? Guarda da fare il bravo soldato che allora i superiori ti vorranno bene: ti pare? Caro Luigi fammi sapere se mangi abbastanza e se lo mangi volentieri. Vorrei sapere se ti occorre dei soldi, qui dentro in questa lettera ci metto 1000 lire, quando la riceverai fammi sapere però, dimmi se ne hai abbastanza così. (…) ho sentito che hai preso la deca 1500 (lire) e anche che devi avere la trasferta del viaggio. Caro Luigi, quando vai fuori in libera uscita tralascia di andare con i cattivi compagni (…) fai il soldato a posto che allora ti troverai contento: ti pare? (…) Altro non mi allungo, solo salutarti augurandoti tante belle cose d’ogni sorte di bene. Tuo papà, ciao, ciao.

    Quasi ogni frase del papà finisce con il “ti pare?”, quasi a sottolineare che sono consigli, raccomandazioni di un buon padre di famiglia, come sicuramente lo è stato, e non comandi. Dopo l’addestramento e il giuramento Luigi viene assegnato alla Tridentina, 2° Reggimento Artiglieria da Montagna, Reparto Comando Reggimento, caserma Huber di Bolzano. Il trasferimento avviene all’inizio di aprile e alla stazione trova “gli anziani, così detti bianchi, i quali con una forbice mi accorciarono subito la penna nera sul cappello, perché troppo lunga per una matta, si doveva ubbidire alle loro regole, altrimenti erano guai seri”. Pochi giorni dopo scrive a casa.

    Bolzano, 13 aprile 1967 – Carissimi famigliari, oggi ho ricevuto la vostra lettera, sono rimasto molto soddisfatto nel sentire le vostre notizie (…) caro Riccardo ho sentito che se avresti saputo l’orario che sarei stato a Verona (Luigi era in viaggio per Bolzano), sareste venuti anche qualcuno di voi a salutarmi (…) potevamo metterci d’accordo sull’orario ed era anche giusto per te, perché facevi a ora a ritornare per l’ora del mungere. Ho sentito che non sapete ancora se qui sono fisso, io al presente credo di si, io so che da Cuneo sono stato mandato qui per fare il corso, ma anche per poi rimanere (…). Certo che abbiamo da studiare adesso, finora abbiamo già scritto quasi mezzo quaderno, ma io cerco di mettercela, perché agli esami chi non viene promosso certo gli daranno un altro incarico ed è facile che questo incarico sia il conducente, comunque speriamo in bene. Ho sentito che avete cominciato a tagliare il verde, ne avrei voglia di vedere l’erbaggio e la vacchina che ha avuto il vitello (…) e latte ne fa? Oggi sono andato a ritirarmi la prima decade qui al reggimento, non ho preso tanto ma anche questi sono buoni, 310 £. Cari miei al mattino facciamo un’ora di ginnastica, già con i pantaloni corti, che arrivano al ginocchio, ma!

    Dopo aver superato brillantemente il corso di telefonista, vive la vita di caserma fino a che, negli ultimi mesi di naia, viene scelto coma attendente dal capitano Renzo Tamburini, oggi generale.

    Bolzano, 1 gennaio 1968 – Carissimi famigliari (…) ho sentito le vostre poche notizie, fra le quali, la vendita dei radicchi (…) per fortuna non sono stato di servizio ieri sera che era l’ultimo dell’anno, così sono stato fuori dal pomeriggio alla sera. Ieri sera io e altri 2 ci siamo comperati un panettone ciascuno, 1 bottiglia di vermouth e così abbiamo trascorso la serata, avevamo anche il giradischi così abbiamo ascoltato un po’ di musica, nella nostra camerata eravamo noi 3 soli, perché sono tutti a casa e pochi di servizio (…) Questa mattina sono andato come al solito a casa del capitano, gli ho fatto gli auguri, mi ha dato 1000 £. e una fetta di panettone (…) Qui i giorni sono belli finora, viene fuori il sole durante il giorno, ma anche stamattina abbiamo trovato la neve che si è aggiunta a quella che è venuta nelle notti scorse.

    Pochi giorno dopo scrive il papà che lo ragguaglia sulle vicende di famiglia e della campagna.

    Isola della Scala, 14 gennaio 1968 – Caro Luigi questa mattina che ti scrivo c’è tanto freddo (…) erano ghiacciate le canne della cisterna, dalle 8 fino alle 10, è venuto Sirio con la lampada a gas e allora è venuta l’acqua (…) giovedì mattina abbiamo fatto i salami, è venuto fuori 4 di salami e 2 di cotechini e una stanghetta di moretta (salsiccia con carne di suino con l’aggiunta del fegato), quindi piuttosto di niente è meglio così, ti pare? (…) L’altro ieri abbiamo consegnato 60 chili di radicchi e oggi abbiamo ritirato i soldi, £.6840 (…) domani mattina ne abbiamo altrettanti da nettare, ma il lavoro è tanto ma i soldi pochi, ti pare?

    Luigi è congedato il 30 aprile 1968 con tre giorni di “trattenimento” per essere partito con un giorno di ritardo. Ricorda ancora il silenzio fuori ordinanza dell’ultima sera, il treno che lo riporta al paese, ma soprattutto “il bagaglio di esperienza di vita, quindici mesi di vita indimenticabile”.