SALÒ – Il rifugio intitolato a Giuseppe Granata

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    Il rifugio degli alpini della sezione di Salò, situato a Campèi de Sìma, ha preso il nome di “Rifugio Giuseppe Granata”. La struttura è stata intitolata all’ex presidente sezionale scomparso all’inizio di gennaio, promotore del recupero delle vecchie malghe di Campèi per ricavarne un rifugio alpino che dal 2000 accoglie le iniziative degli alpini della Sezione.

     

    La cerimonia è avvenuta nella ricorrenza della Madonna della Neve, cui è dedicata la piccola chiesetta, anch’essa recuperata dalle penne nere gardesane e valsabbine, di fianco ai fabbricati del rifugio. In tanti hanno voluto partecipare a questa cerimonia: un’occasione per ricordare Peppino Granata, una figura esemplare per la dedizione dimostrata alla nostra Associazione. Una selva di gagliardetti dei Gruppi, il vessillo sezionale e quello della sezione di Brescia hanno fatto da corona alla cerimonia dell’alzabandiera e alla Messa, celebrata da mons. Bruno Fasani, direttore de L’Alpino.

    Presente la famiglia Granata, con la vedova Beatrice, i figli Alfredo e Cristina e le piccole nipoti. Fra le autorità il sindaco di Toscolano Maderno Roberto Righettini con il gonfalone comunale e quello di Vestone Giovanni Zambelli, i rappresentanti della locale stazione dei Carabinieri, della Guardia Forestale e della Polizia Locale. Al termine della funzione religiosa, accompagnati dalle note della fanfara alpina “Star of Alps” di Villanuova, è stata scoperta una targa all’ingresso del rifugio (nella foto) e il presidente della sezione di Salò Romano Micoli, ha ricordato Peppino Granata.

    A nome dei familiari è intervenuto, commosso, il figlio Alfredo, che ha ringraziato gli alpini. Il sindaco Righettini, ha ricordato l’esempio di Granata, uomo rispettoso delle istituzioni. Lo scoprimento della targa è stato affidato alla moglie Beatrice e al past president Fabio Pasini, successore di Granata alla guida della Sezione; quindi la benedizione impartita da mons. Fasani, sulle note di un corale “Signore delle cime”.

    Cesare Fumana