Risorge ad Acqui l'ottantunesima sezione

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    di Cesare Di Dato

    Se l’era cacciato in mente da anni Giancarlo Bosetti, capogruppo di Acqui, di far tornare sezione il gruppo, e alla fine ci è riuscito. Chi lo conosce bene, e chi scrive è tra quelli, sa che quando il Bosetti vuole, ottiene. E così è stato. La rinata sezione di Acqui non è una costola di Alessandria staccatasi da una sezione genitrice, ma una entità risorta dopo un’ibernazione durata settant’anni. Ci voleva un esperto in maieutica , in greco antico arte dell’ostetricia , per ridar vita a questo ente che aspettava; mi perdonino Socrate e Platone se invado il loro pensiero filosofico, ma penso che paragone migliore non esista. La sezione, nacque nel 1928 e si spense nel 1943.

    Nel secondo dopoguerra Acqui rinacque come gruppo della sezione di Asti e quando Alessandria si staccò da essa per diventare a sua volta sezione, Acqui ne seguì le sorti. Poi, il 30 aprile 2006, il ritorno tra le consorelle maggiori; un ritorno, non un ingresso. Sessant’anni di assenza possono sembrare tanti: equivalgono a due generazioni di alpini, ma la fiamma dell’alpinità è rimasta sempre ben custodita nelle mani dei capigruppo. L’ultimo di essi, Bosetti appunto, già presidente di Alessandria negli anni Ottanta, cominciò a chiedersi perché Acqui dovesse vivere solo di ricordi. Cominciò a tastare il terreno, trovò oppositori ma anche sostenitori, si diede da fare con il suo stato maggiore per fare incetta di nuovi iscritti.

    Convinse ben 480 alpini delle valli della Bormida e dell’Erro, i due fiumi del territorio acquense, non iscritti all’Associazione, a prendere la tessera, tirò dalla sua dodici capigruppo dei gruppi che insistevano sulle due vallate e con queste credenziali riuscì a convincere il presidente nazionale che la cosa era fattibile. La carta vincente con i consiglieri nazionali chiamati ad accogliere la richiesta fu proprio quella massiccia presenza di nuovi iscritti che non sottraevano soci alla sezione sorella, ma anzi, incrementavano il numero degli associati dell’ANA.

    E con soddisfazione possiamo dire che oggi tra le due sezioni regna un’invidiabile armonia. La cerimonia della consegna del Vessillo si è svolta in due giornate: sabato 29 aprile è stato dedicato al ricordo delle due Medaglie d’Oro della zona: a Ricaldone, presente il sindaco Lovisolo, per Francesco Cazzulini del btg. Ceva, caduto in Russia il 20 gennaio 1943; la sua medaglia era portata con fierezza e commozione dal fratello ottantottenne; a Cavatore, presente il sindaco Pastorino, per il ten. col. Luigi Pettinati, eroe del Monte Nero, colui che preparò nei minimi particolari l’azione che avrebbe permesso agli alpini dell’Exilles, ben sostenuti da quelli del Susa, di conquistare il 16 giugno 1915 la cima con un’azione che riscosse l’ammirazione anche degli avversari.

    Erano presenti le massime autorità civili e militari. A Cavatore, c’era anche il presidente Perona, appena giunto da Pinerolo, dove aveva presenziato ad altro momento alpino presso i volontari del 3º Reggimento. Egli, in quel momento, rappresentava dunque la continuità tra i combattenti delle due guerre mondiali e i ragazzi che oggi, con lo stesso spirito, si adoperano all’estero per portare un poco di benessere alle tribolate popolazioni dei Balcani e dell’Afghanistan. Dopo la deposizione di una corona al monumento ai Caduti in città, la giornata si chiudeva con l’incontro del presidente con le autorità cittadine, prime fra tutte il Vescovo, mons. Micchiardi che, nel suo discorso, ha tenuto a dire di essere di famiglia alpina.

    La domenica sfilata, in questo caso particolare: l’ANA accoglieva di nuovo tra le sue braccia una figlia e il momento era solenne. Intorno al Labaro, venticinque Vessilli e tanti gagliardetti; al posto d’onore anche il Gonfalone della Provincia di Alessandria decorato di Medaglia d’Oro al valor militare nonchè diversi altri Gonfaloni comunali, il presidente Perona, il generale Macor comandante della Taurinense, il coordinatore delle sezioni del 1º rgpt, Ravera presidente della sezione di Casale, gli uomini della P.C., una folla di alpini, il comandante dei carabinieri di Alessandria, ten. col. Genovese, i tredici sindaci dei gruppi confluiti nella sezione (altri cinque gruppi sono in fase di organizzazione) tra cui il sindaco di Acqui, Rapetti, e il sindaco di Alessandria signora Mara Scagni il presidente della provincia di Alessandria, Filippi, amico degli alpini , il consigliere regionale Cavallera, il senatore Icardi, presidente del consiglio provinciale e altre autorità che lo scarso spazio ci impedisce di elencare.

    Per l’ANA, i consiglieri Rossi, Nebiolo, Gazzola e il direttore generale ANA, Marca. In cattedrale, prima dell’inizio della messa, il pronipote del ten. col. Pettinati, avvocato Paolo, ha appuntato la Medaglia d’Oro del nonno sul Vessillo, presenti Perona e Bosetti. L’omelia pronunciata dall’indomito mons. Giovanni Galliano, con voce ferma e sicura malgrado i suoi 93 anni, ha riscosso un consenso generale; egli ha detto, tra l’altro: In mille anni di storia questa cattedrale non ha mai assistito a un avvenimento come questo . E ancora: Gli alpini ci danno una sicura lezione di vita; che la nuova sezione possa sentirsi una fusione di amore e di gioie. Gli alpini ricordano il valore della famiglia, della Patria, del lavoro in un mondo frivolo come quello che ci circonda .

    E ha concluso: Sono fiero di dire che mio padre fu alpino al fianco di Pettinati sul Monte Nero . Ha accompagnato la funzione il coro Montenero della sezione di Alessandria, diretto da Marco Santi. Il corteo ha poi raggiunto la sede della sezione, in piazza don Dolermo, sfilando di fronte ai mezzi della P.C. di Alessandria e di pronto intervento di Vercelli schierati impeccabilmente nel piazzale: anche questa dimostrazione di ordine e di disciplina è stato un modo per rendere omaggio alla risorta sezione. Bosetti può dirsi soddisfatto: il traguardo da lui raggiunto ha confermato le certezze degli uni e ha dato sicurezza agli altri, perché, di leva o volontario, del nord o del centrosud, se ben guidato, L’alpin l’è semper quel .