Quella medaglia al Valor Civile

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    È morto un alpino: dieci anni spesi per la Patria, otto proiettili in corpo, cinquant’anni di sofferenze. È morto un civile superstipendiato che in Medio Oriente si faceva i fatti suoi. Al primo, niente, nemmeno una pur piccola pensione di invalidità; al secondo, per essersi ricordato all’ultimo momento di essere italiano, la medaglia d’Oro al Valor Civile. Morire dignitosamente è virtù degna del massimo rispetto, ma concedere l’onorificienza, che in questo caso sa di politico, a un civile morto per un servizio privato è assurdo. Dove stanno giustizia e valori in questo Paese?Forse la colpa è di quell’alpino che, avendo fatto troppo il proprio dovere è morto povero e anche offeso da quel niente che la Patria gli ha riservato.

    Franco Pedroletti Induno Olona (VA)

    Mi spiace, ma anche tu sei caduto nella trappola tesa dai distruttori dei valori morali che dovrebbero sostenere la vita intima di ognuno di noi. Quattrocchi, che è stato alpino, può anche aver servito una multinazionale; ognuno esercita il mestiere che più gli aggrada, ma di certo ha riscattato con un solo grido questa sua presunta manchevolezza. Del resto non lo dice anche il Vangelo?Anche il più sciagurato di noi, se in punto di morte invoca il nome di Dio, si vedrà aprire le porte del Cielo. Per parte mia rispetto questo eroe che ha avuto il pregio di farmi sentire fiero di essere italiano. Meglio lui che sportivi e cantanti i cui piedi e le cui ugole certamente non mi rappresentano all’estero.