Quella luce ci guida

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    Uno degli appuntamenti annuali degli alpini friulani è la commemorazione dei Caduti al monumento- faro del monte Bernadia, sopra Tarcento. La sua luce, simile a quella d’una torre marina che guida all’approdo i naviganti, è visibile in tutta la pianura sottostante e richiama al sacrificio, ai valori e alla storia degli alpini e rischiara il cammino dei nostri Padri. L’idea di costruire il faro è nata dopo la costituzione – nella primavera del 1953 – della sottosezione di Tarcento comprendente pure i gruppi di Coia, Magnano, Pradielis, Sedilis, Segnacco e Val Cornappo; nel 1957, Pradielis passerà con il ricostituito Gruppo di Lusevera – Alta Val Torre. Fu quindi creato un “Comitato faro”, al quale aderirono Gruppi della zona.

     

    Presidente della nuova sottosezione venne nominato l’avvocato Enrico Mattighello, originario della Val Torre, maggiore degli alpini già presidente della sezione di Gorizia, dal 1937 al 1943. Tra i primi progetti della nuova sottosezione, la priorità fu data alla costruzione del monumento-faro, che sarebbe sorto sul Monte Bernadia, sopra Tarcento: doveva rappresentare due penne mozze protese verso il cielo per ricordare tutti i Caduti nelle varie guerre, ma in particolare quelli della 3ª Divisione alpina Julia. Il progetto fu affidato all’architetto Gianni Avon di Udine e il 26 settembre 1954, in occasione della “Terza festa regionale della montagna”, fu posta la prima pietra e quattro anni dopo fu inaugurato.

    Nel settembre dello stesso anno furono inumati, nella chiesetta sottostante il faro, i resti di cinque alpini e un fante, Caduti nelle due guerre mondiali. Dal 1993, la cerimonia al monumento è compresa tra quelle ufficiali dell’ANA, con la periodica presenza del Labaro. Quest’anno, nel 55° dell’inaugurazione, le manifestazioni sono iniziate il 30 agosto con la proiezione di alcuni filmati originali sulla storia del monumento-faro. Domenica 1° settembre, alla cerimonia sul piazzale del Faro, con la Medaglia d’Oro Paola Del Din (che al petto porta anche la medaglia d’Oro del fratello Renato, partigiano) erano presenti, in rappresentanza del presidente Favero e del CDN, i consiglieri nazionali Gianni Cedermaz e Renato Cisilin, e poi il presidente della sezione di Udine Dante Soravito de Franceschi con i suoi due vice e i consiglieri sezionali, il presidente della sezione Gorizia Paolo Verdoliva, il vice presidente di Gemona gen. Giantin, e i nipoti del colonnello Mattighetto, Maurizio e Mirella Bosio, assieme ai famigliari degli alpini Caduti nelle recenti missioni di pace: del caporalmaggiore Matteo Miotto, del caporalmaggiore scelto Luca Sanna e del capitano Massimo Ranzani.

    Fra i militari in servizio, il col. Andrea Piovera della Julia, il ten. col. Marco Salvador comandante del btg. Tolmezzo, il ten. col. Paolo Ceccorulli e il ten. col. Giuliano Lodrini del 3° Art. Mont.; fra le autorità civili, l’assessore provinciale Marco Quai, il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop con il consigliere Vincenzo Martines; rappresentanze dei comuni di Lusevera, Magnano in Riviera, Reana, Tarcento, Treppo Grande. Sulla scala d’accesso al monumento, ha preso posto il coro Monte Bernadia, attorniato da un centinaio tra vessilli e gagliardetti delle varie Armi e associazioni combattentistiche.

    Tra i più lontani, Brisbane (Australia) e Modena. La cerimonia è iniziata con l’ingresso del gonfalone di Tarcento decorato di medaglia d’Oro al Merito Civile, accompagnato dalla fanfara della Julia, quindi l’alzabandiera mentre un picchetto dell’8° Alpini rendeva gli onori. Fra gli oratori, il vice sindaco di Tarcento Sergio Ganzitti, che ha parlato delle vicissitudini del popolo friulano e della sua fervente tenacia, anche nell’onorare i propri Caduti “senza delegare ad altri ciò che è nostro dovere fare”.

    Spunti di riflessione sulla storia degli alpini e dall’ANA sono stati offerti dall’assessore Quai e dal presidente Jacop. Infine il presidente sezionale Soravito de Franceschi ha portato il saluto degli alpini della sua Sezione e parlato, fra l’altro, della serata di proiezioni curata dalla cineteca del Friuli di Gemona e dal Comitato Faro, traendo considerazioni amare nel raffronto fra la disorientata società di oggi e “come eravamo”. Dopo il ricordo del col. Piovera degli alpini Caduti nelle missione di pace è stata deposta una corona al sacello del Faro e letta la Preghiera dell’Alpino. L’ammainabandiera ha concluso questa 55ª celebrazione.

    Paolo Montina