Quel “Silenzio” struggente

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    Caro direttore, vorremmo condividere con L’Alpino un’emozione vissuta durante l’Adunata a L’Aquila! Scendiamo via XX Settembre, dal centro verso la stazione, sabato 16 maggio intorno alle 18, insieme al nostro gruppo. 

    All’altezza della Casa dello Studente fermarsi è un obbligo. Come noi centinaia di persone guardano e commentano a bassa voce il disastro che lascia senza parole. Le auto passano, anche se a passo d’uomo, i trabiccoli rumorosi si fanno sentire; insomma la normalità di un’Adunata. Ad un certo punto, un Alpino, con la sua tromba sotto il braccio, si ferma; porta la tromba alla bocca e in un momento tutto cambia! È un attimo: alcuni alpini fermano il traffico, altri ad alta voce ordinano alle auto di spegnere i motori, tutto tace. Per pochi minuti si sentono solo le note del “Silenzio” suonate dalla tromba… non vola una mosca. L’emozione vissuta in quei pochi minuti forse non si può raccontare; ma in quel momento, siamo sicuri, ognuno si è sentito padre, madre, fratello, nonno, amico di quei ragazzi periti sotto le macerie. Gli alpini sull’attenti e le persone civili: tutti con gli occhi lucidi. Alla fine la tromba tace; spontaneo, parte un applauso. Il trombettiere rimette la sua tromba sotto il braccio e se ne va. Le persone rimaste si asciugano gli occhi e non c’è vergogna nel farlo! Pian piano la vita riprende, le auto rimettono in moto, la gente cammina e continua a commentare. Vorremmo dire un grazie sincero a quell’alpino sconosciuto, che ha saputo far vibrare i nostri cuori, insieme al suono della sua tromba. Ecco, Adunata è anche questo!

    Alpino Michele Lucarelli Gruppo di Miane, Sezione di Vittorio Veneto

    Ci siamo sentiti tutti padre, madre, fratello, nonno, amico… In queste parole c’è l’animo e il ritratto degli alpini.