Profumo d’Adunata

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    Era importante, era il raduno delle Penne Mozze numero 45, rientrava negli eventi del filo conduttore “Aspettando l’Adunata del Piave 2017”, c’era un oratore ufficiale che rispondeva al nome del Presidente emerito Corrado Perona e vi ha partecipato per la prima volta il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, territorio dove sorge il memoriale del Bosco, nella trevigiana Valle di San Daniele, Corrado Pizziolo. 

    Questa serie concatenata di elementi ha prodotto numeri da record per il tradizionale raduno a ricordo degli alpini trevigiani e non, caduti in servizio, di cui sono testimonianza 2.407 steli in ferro battuto vegliate dal Bosco delle Penne Mozze. Perona nel suo intervento davanti ad oltre tremila alpini ha sottolineato come il Bosco, l’anno prossimo a maggio, sarà uno dei principali riferimenti sul territorio dell’Adunata del Piave per le centinaia di migliaia di penne nere che arriveranno nella Marca. E già da quelle parti si respira il profumo dell’Adunata.

    Le quattro Sezioni trevigiane, le stesse che organizzano la grande manifestazione, curano il memoriale da mesi, con meticolosa attenzione. Intanto l’albero del ricordo allestito per tutte le Sezioni in Italia che vogliono aggiungere una foglia a memoria dei loro Caduti, si è arricchito nell’occasione delle targhe delle Sezioni di Roma e Udine, che il Presidente del Comitato Bosco delle Penne Mozze, Claudio Trampetti si è detto onorato di accogliere. E si continuerà per rendere indelebile il ricordo attraverso la vitalità del Bosco, che diventa sempre più un Sacrario naturale.

    L’appuntamento non poteva avere una cornice migliore: è stato anche il primo raduno al Bosco per il nuovo Presidente della Sezione di Vittorio Veneto, Francesco Introvigne, presente accanto ai Consiglieri nazionali Renato Genovese e Michele Dal Paos, al nuovo comandante del 7º Alpini di Belluno, colonnello Antonio Arivella, decine di sindaci e amministratori, i presidenti delle Sezioni trevigiane e molte altre, oltre a Roma e Udine. E c’erano anche gli ultimi reduci: «Le reliquie dell’Associazione – ha detto Perona nella sua orazione – perché finché ci sarete voi, noi non sbaglieremo strada.

    Il Bosco non muore mai, tiene compagnia ai nostri Caduti, e vivrà con la nostra e vostra presenza. Qui si viene per rispetto e fede, è un serbatoio di ricchezza morale». Il vescovo Corrado Pizziolo ha esaltato nella sua omelia tre caratteristiche: il valore dell’amor di Patria, la solidarietà verso tutti e in qualsiasi situazione, lo spirito di sacrificio, fare della propria vita un dono, tutte cose che secondo il dettame del Vangelo hanno caratterizzato la storia degli alpini.

    L’Associazione, come ha rimarcato il Consigliere nazionale Renato Genovese, «non vive solo di memoria. Vive il quotidiano tra la gente e gli interventi in atto per la calamità del Centro Italia ne sono la prova. Gli alpini saranno ancora lì quando si spegneranno i riflettori sulla tragedia. Non faremo sentire sole quelle persone, ci siamo impegnati a costruire qualcosa, che consenta alla gente di non andarsene, di rimanere e dare continuità alla loro esistenza, nella terra che amano».

    Fulvio Fioretti

    fulviofioretti@gmail.com