Prigionieri dell'Unità d'Italia

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    Provengo dalla regione più piccola e più povera d’Italia, il Molise. Vivo a Pavia e sono segretario della Sezione di Pavia. Nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, di ritorno nella mia regione, una persona a me molto vicina mi disse che l’Unità d’Italia nel 1861 era stata fatta a spese dei meridionali.

    Successivamente lessi il libro di Pino Aprile e lo trovai interessante, ma troppo violento a sostegno di quella tesi. In occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia lessi Giordano Bruno Guerri: “Il sangue del Sud – Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio”, che dice le stesse cose di Pino Aprile, ma con tono pacato e con prove che definirei scientifiche. Cito lei: “Anche il modo di dire le cose rivela la sostanza”. Proprio il mese scorso mi sono imbattuto in Gianni Oliva, torinese: “Un regno che è stato grande – Storia negata dei Borbone di Napoli e Sicilia” che proprio nell’introduzione chiarisce il perché in Italia è invalsa la convinzione, anche in persone di cultura come lei e come Aldo Cazzullo che come giornalista ha “licenza di scrivere”, che il Regno di Sardegna con i Savoia fosse il paradiso ed il Regno delle due Sicilie con i Borbone, l’inferno. Gianni Oliva scrive: “Occorreva demonizzare gli avversari e costruire una memoria strumentale del passato che condannasse i Borbone come figure antistoriche ed esaltare i Savoia come i principi della patria liberale”. E più avanti, citando un intellettuale inglese: “I fatti non cessano di esistere solo perché vengono ignorati”. E i fatti dimostrano che nel 1861 il Regno delle due Sicilie era più sviluppato del Regno di Sardegna. Sicuramente è vero che i mali del Sud non sono l’effetto dell’unificazione, ma del modo in cui è stata fatta sì. E non ci sono autori più attendibili degli stessi bersaglieri che lo hanno scritto sui loro diari.

    Vittorio Biondi

    Caro Vittorio, non ho motivo per dire che quanto tu sostieni, supportato da tanti esperti, non corrisponda al vero. È una parte della storia italiana che non ho approfondito e di cui mi reputo pertanto ignorante. Però, ciò che io non accetto è che si continuino ad attribuire i mali del Sud all’unificazione del Paese. Il Sud ha avuto straordinarie possibilità economiche, culturali, paesaggistiche per emanciparsi. Se non lo ha fatto e non lo fa non è colpa di ciò che è avvenuto più di un secolo e mezzo fa. Se la Regione Sicilia ha tre volte i dipendenti della Lombardia non è colpa di Garibaldi. Se al Sud hanno 37mila insegnanti oltre l’organico non è colpa del Nord o dei Savoia… Potrei continuare con una lunga geremiade. Solo vorrei dire che non possiamo continuare a rinviare il colpo di reni, nascondendoci dietro il fatto che c’è stata l’Unità d’Italia.