Perona a Ciampi: arrivederci a Parma, Presidente

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    Martedì 22 febbraio, ore 10, piazza del Quirinale.

    Una comitiva di turisti staziona davanti alla residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e per un attimo è sorpresa al vedere un gruppo di alpini che infila con sicurezza il portone principale del palazzo. L’attenzione momentaneamente si distoglie dai corazzieri e si concentra sulle penne nere. Che ci fanno, lì, quei signori dal passo che risente dei ripidi pendii delle montagne? La sera prima, nella sede della Sezione A.N.A. di Roma, molto più sciolti in omaggio al vino dei Castelli, cantavano vecchie canzoni con gli alpini dei cori sezionali ANA Roma e Malga Roma, assieme al gen. Scaranari, già comandante delle Truppe alpine e all’ambasciatore Scarso. La Capitale, evidentemente, abitua a questo e ad altro.

    Solo i bene informati sanno che ad attendere il comitato di presidenza dell’ANA, guidato dal presidente Corrado Perona, c’è nientemeno che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con l’aiutante militare gen. Mocci, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Fraticelli e il Comandate delle Truppe Alpine gen. Iob.
    L’incontro, caldeggiato dall’on. Paolo De Paoli, già sottosegretario al Tesoro ai tempi del governo Ciampi, alpino doc, vede i vertici dell’A.N.A., con il vice presidente vicario Brunello, i vice presidenti Nichele e Sonzogni, il delegato ANA in Roma Di Marzo e il segretario generale, gen. Vecchio, tirati a lustro, attraversare cortili, giardini e corridoi fino ad arrivare in una bella sala tappezzata di arazzi antichi, dove un sorridente Presidente li sta aspettando. Brevi, cordiali momenti di saluto e presentazioni con le consuete foto di rito e indirizzo di benvenuto del Capo dello Stato all’insegna della cordialità.

    Perona legge un breve testo in cui sottolinea la perfetta identità di sentimenti con il Presidente nell’opera di sensibilizzazione per i simboli del nostro Paese: inno di Mameli, bandiera. E ringrazia Ciampi per l’opera svolta a sostegno della diffusione dei valori fondanti della nostra identità nazionale. Non può però esimersi dall’esprimere l’amarezza degli alpini per la sospensione della leva: non si aiutano i giovani all’assunzione di responsabilità, anche gravose, se si fa loro credere che tutto è dovuto.

    Il Presidente Ciampi dimostra grande attenzione per le parole di Perona e riconosce alla nostra Associazione un costante impegno civile, affermando di essere ammirato per l’amore, la dignità, l’orgoglio con cui portiamo il nostro cappello. Ammette, per avere lui stesso ricevuto una cartolina di precetto in tempi non facili, che la leva è stata per tante generazioni un positivo momento formativo di crescita umana e di radicamento del sentimento di appartenenza al Paese. Dimostra di apprezzare le iniziative in atto col progetto A.N.A. Truppe Alpine mondo imprenditoriale e Regione Veneto per il reinserimento alla vita civile dei congedati.

    Rivolto al Capo di Stato Maggiore chiede informazioni sulla consistenza dei reparti alpini e la risposta è che, rapportati alla riduzione complessiva degli effettivi dell’Esercito, i nostri reggimenti, sette, sono ampiamente in linea con la consistenza delle FFAA e coglie l’occasione per esprimere il suo apprezzamento per gli Alpini impegnati nelle missioni all’estero.

    La conversazione prosegue in modo informale e familiare. Il gen. Iob ricorda che le montagne sono sempre lì, se il Presidente deciderà di trascorrervi ancora qualche periodo di riposo, e alla domanda sul significato del colore delle nappine spiega che in origine erano un distintivo di anzianità: bianca per i veci, rossa per quelli già svezzati e verde per le reclute. Il blu raccoglieva tutti i supporti e i complementi.

    De Paoli, investito del duplice ruolo dell’alpino e dell’amico del Presidente, stimola piacevolmente l’incontro che si conclude con un arrivederci a Parma; donna Franca compresa, ovviamente.
    Subito dopo, breve puntata a Palazzo Madama, ospiti del sen. Manfredi e conclusione degli incontri romani a Palazzo Barberini, prestigiosa sede del Circolo Ufficiali. La conversazione, nel corso della colazione, presenti anche il gen. Stefanon, padrone di casa, e l’on. Italo Sandi, diventa stimolante quando dai grandi temi del futuro delle Forze Armate e dell’A.N.A. si comincia a parlare di quello che resta dei manufatti, trincee, gallerie della Grande Guerra.

    L’idea di un progetto studio del patrimonio di testimonianze rimaste sulle montagne, finalizzato all’individuazione di linee guida nella catalogazione e recupero dei siti più significativi, con supporti storici, materiale fotografico, documentaristico, allo scopo di evitare interventi improvvisati o scoordinati, incontra vivo interesse. Non è che potrebbe nascere qualcosa di importante mettendo in sinergia ministero dei Beni Culturali, della Difesa, l’A.N.A., con il supporto normativo del legislatore?