Per Luca commozione e orgoglio

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    È stata una serata particolare quella che abbiamo vissuto giovedì 22 dicembre nel salone d’onore di Palazzo Cusani, sede del Circolo Ufficiali di Milano. Doveva essere la presentazione del bel libro-diario di Luca Barisonzi, La Patria chiamò, curato da Paola Chiesa, uscito per i tipi della Mursia ed invece si è trasformata in un abbraccio della città ai nostri soldati impegnati in Afghanistan. Oltre al giovane alpino Luca, gravemente ferito a Bala Murghab il 18 gennaio 2011, accompagnato dai famigliari, c’erano anche la moglie e i genitori di Luca Sanna caduto nella stessa circostanza.

     

    A fare corona i commilitoni che erano in Afghanistan al momento del vile attentato nella base avanzata definita “bolla di sicurezza”. La famiglia alpina era presente al completo con il presidente Corrado Perona, accompagnato da alcuni consiglieri nazionali, il comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primiceri, il gen. C.A. Giorgio Battisti, un gran numero di ufficiali, sottufficiali e soldati. La sala gremita di autorità in rappresentanza delle istituzioni, alpini in congedo, cittadini che volevano testimoniare la loro solidarietà a Luca e ai suoi commilitoni, ha perso subito l’austero alone di rappresentanza per diventare riunione di famiglia.

    E a dar voce ai sentimenti che accomunavano i presenti in attesa dell’arrivo di Luca ci hanno pensato la curatrice del libro, professoressa Chiesa, che ha evidenziato come i nostri soldati nel 150° dell’Unità d’Italia sappiano onorare la nostra bandiera e il gen. Battisti che ha sottolineato come si comportino in ogni circostanza da uomini consapevoli degli impegni assunti e come operino determinati fino al sacrificio estremo.

    Il gen. Primicerj, nel ricordare che la 6ª Compagnia occupa nel suo cuore un posto particolare per averla avuta ai suoi ordini due anni da vice comandante e sei da comandante, ha affermato che gli italiani in uniforme portano nelle aree di loro competenza quei “sentimenti diffusi di umanità che caratterizzano il nostro popolo” e ha concluso ricordando come la presenza dei genitori di Luca Sanna dia un senso particolarmente doloroso alla serata.

    Quando Luca fa ingresso nel salone si alza un lunghissimo applauso. Tutti sono in piedi. È sorridente, forse intimidito, ma il suo volto esprime una serenità commovente. Conserva l’espressività gioviale dei ventenni e se si alzasse da quella carrozzina sembrerebbe a tutti la cosa più naturale del mondo. Ma non è così. La forza interiore che lo anima, la vicinanza della famiglia, dei compagni d’arme, di tutti gli alpini e di tanta gente fanno accantonare per qualche istante la drammaticità della sua condizione.

    Ha i suoi progetti e la volontà di realizzarli, per questo anche la vicenda raccontata nel libro appena uscito in libreria assume i contorni di una storia positiva, di una testimonianza autentica che la vita è comunque bella. La curatrice del volume racconta come ai primi incontri con Luca era la professoressa che andava a trovarlo per scrivere una storia, poi è diventata Paola e nella vicenda c’è finita dentro, come capita del resto a chiunque legga quell’avvincente racconto che sembra uscito dalla creatività immaginifica di uno scrittore consumato. Invece è una storia vera, vissuta solo al primo capitolo.

    Chiude l’incontro il presidente Perona con un intervento in crescendo, appena l’emozione lo lascia libero di esprimere quanto l’Associazione senta la responsabilità della solidarietà tramandata come un comandamento dai padri fondatori fin dai tempi dell’Ortigara. “Siamo un’unica famiglia – ha concluso – e i valori di Luca sono i nostri valori. Abbiamo costruito trentatré case per i terremotati d’Abruzzo, ne faremo una anche per lui. Ma il nostro impegno maggiore sarà quello di stare sempre vicini a questo ragazzo. Sono orgoglioso di essere italiano”.

    v.b.


    Premiato il giornalista Fabio Caressa

    Lo scorso 22 dicembre, nel corso della presentazione del libro di Barisonzi, il presidente Perona ha consegnato il premio “Giornalista dell’anno” per il 2010 a Fabio Caressa, per il bel servizio, trasmesso in otto puntate da Sky e intitolato “Buongiorno Afghanistan”, in cui il giornalista racconta le storie, le esperienze e i toccanti episodi di vita quotidiana degli alpini in missione. Caressa ha ritirato la pergamena (nella foto) e ha devoluto la somma in denaro al progetto “Una casa per Luca”. Questa la motivazione del premio: “Telecronista, per quindici giorni si aggrega agli alpini in missione di pace e ne condivide il difficile impegno umanitario e militare partecipando alle attività in zone ad alto rischio in Afghanistan. Attraverso la rete Sky riesce a trasmettere, in otto puntate, emozioni e ritmi vissuti quotidianamente con gli alpini”.


    “Una casa per Luca” dalle parole ai fatti

    Dopo la cerimonia ufficiale per la posa della prima pietra, avvenuta lo scorso 11 novembre (pubblicata sul numero di dicembre de L’Alpino), il cantiere della casa per Luca Barisonzi è entrato subito nel vivo. Come si può vedere nella foto qui pubblicata, la struttura ha iniziato ad assumere forma concreta dopo il montaggio delle parti strutturali in legno, che l’impresa incaricata completerà addirittura con probabile anticipo rispetto ai tempi previsti.

    Il programma dei lavori prevede un ritmo serrato di interventi che vedranno contemporaneamente all’opera imprese e squadre di volontari alpini, impegnati nei compiti che la direzione tecnica della nostra Associazione ha loro affidato. Ambizioso obiettivo: la rapida ultimazione dell’edificio e la consegna a Luca in concomitanza con l’Adunata nazionale di Bolzano. Ovviamente il tutto sarà stato reso possibile anche grazie e soprattutto alla grande generosità dei moltissimi, alpini e non, che hanno contribuito a sostenere questo progetto di solidarietà verso il nostro giovane e sfortunato amico e collega.

    Roberto Bertuol