Per la Julia

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    Dopo una notte di tregenda, che ormai da un po’ di tempo accompagna questa bizzarra stagione, il 6 settembre scorso, sul Monte Bernadia che sovrasta Tarcento (Udine), un tiepido sole coronava lo sforzo di quanti si erano attivati per ricordare degnamente il 57º anniversario dell’inaugurazione del Monumento “Faro-Julia” che dal 1958 irradia la pianura friulana con il suo fascio tricolore. È proprio il caso di dire che ogni tanto anche gli alpini hanno in cielo qualcuno che li osserva e li aiuta.

    Le cronache dell’estate del 1955 – quindi sessant’anni fa – ci parlano del posizionamento delle strutture in legno a sostegno della base del nuovo monumento, ideato dall’architetto udinese Gianni Avon. In precedenza era stata parzialmente livellata la collinetta di arrivo per la teleferica che era servita alla costruzione del vicino forte di Monte Lonza e approntata una comoda rampa che diverrà poi la scalea d’accesso al monumento.

    Il resto è storia nota. Grazie alla collaborazione delle penne nere dell’allora sottosezione tarcentina e con il contributo degli alpini delle caserme Talentino, Allegre, oltre a quella ospitata nell’opificio di Bulfons, nel settembre del 1958 il nuovo monumento, dedicato ai Caduti di tutte le guerre e in particolare a quelli della 3ª Divisione alpina Julia veniva solennemente inaugurato. Da allora, ogni anno, la cerimonia si ripropone con lo stesso spirito di allora, anche se indubbiamente con minor affluenza di un tempo. Segno dei tempi! Quest’anno però la bella giornata ha favorito una buona affluenza, con una nutrita rappresentanza di delegazioni austriache da Lannach, e tedesche da Alling, con i rispettivi sindaci e loro delegazioni.

    A rappresentare le autorità civili, vi era l’assessore provinciale Marco Quai con i sindaci della pedemontana. Per le Forze Armate c’era il colonnello Andrea Piovera, comandante del Distaccamento alla Sede Nazionale “Julia”, assieme al colonnello Vito Antonio De Canio, comandante il distaccamento dell’8º Alpini, e al comandante del 3º reggimento artiglieria da montagna Julia, colonnello Enzo Ceruzzi, con vari ufficiali, in servizio e non.

    Non poteva mancare la presenza della Medaglia d’Oro al V.M. Paola Carnielli Del Din. Per l’Ana, gradita presenza quella del vice Presidente nazionale vicario Ferruccio Minelli, con i Consiglieri Renato Romano e Roberto Cisilin, mentre la Sezione di Udine era rappresentata dal suo Presidente Dante Soravito de Franceschi con vari Consiglieri. Una quindicina i tra vessilli alpini e di Associazioni d’Arma, affiancati da oltre un centinaio di gagliardetti. La cerimonia ha avuto inizio con il sorvolo di due aerei biplani d’epoca, che hanno solcato il cielo lasciandovi fumogene strisce tricolori.

    Il picchetto armato e la fanfara della Julia hanno fatto il loro ingresso posizionandosi ai piedi della scalea del monumento, seguiti dal vessillo della Sezione Ana di Udine, dalle delegazioni estere e dai gonfaloni comunali di Udine, Tarcento e Nimis. Prendendo la parola, il Presidente del Comitato-Faro Roberto Cenedella, ha ricordato i recenti lavori di pulizia e abbellimento al monumento, come il taglio di grosse piante che impedivano la visione dello stesso.

    Il sindaco di Tarcento Celio Cossa ha invece sottolineato l’impegno degli alpini tarcentini nella custodia e conservazione dell’opera. Gli ha fatto eco l’assessore provinciale Quai nel ringraziare quanti si spendono per iniziative di questo tipo, che hanno lo scopo di ricordare coloro che hanno contribuito a fare l’Italia di oggi; in particolare gli alpini, da sempre presenti dove serve, in guerra o in pace.

    Il vice Presidente nazionale vicario Minelli si è unito agli oratori che lo hanno preceduto nel ricordo della cerimonia, plaudendo alla sua buona organizzazione. Il cappellano militare don Giuseppe Gangiu ha quindi celebrato la Messa, accompagnata dal coro alpino “Monte Bernadia” e conclusa dalla “Preghiera dell’Alpino” e dalla deposizione di una corona nella cripta del monumento che conserva le spoglie di sei alpini morti nelle guerre mondiali, dove vi è anche una targa che ricorda gli alpini della Julia morti in Afghanistan.

    Paolo Montina