Parma il giorno dopo, vuota e malinconica

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    di Katia Golini

    La città è vuota, malinconica. Nottetempo è cambiata. Parma si sente orfana. Gli alpini se ne sono andati senza lasciare traccia. Nemmeno una cartaccia per terra. La festa è finita e, lì per lì, i parmigiani sentono di avere perso qualcosa. Come al ritorno da una vacanza: tanti nuovi amici che forse non si vedranno più. Hanno portato una ventata di gioia, di allegria senza freni. Hanno invaso le strade e i borghi con musica e sorrisi, battute per tutti e voglia di stare insieme. Il giorno dopo la maxi parata (una giornata intera di ininterrotta sfilata) Parma si guarda e non si riconosce.

    Parma è vuota. Ormai si era abituata alla festa a getto continuo, dalla mattina alla sera, a quella cordialità che rendeva tutti un po' più amici. Il centro riprende la sua vita quotidiana. Le auto in giro per le strade, le bici anche quelle erano state chiuse in garage nei giorni prima in azione come sempre. La città pullula, ma non è la stessa cosa. I negozianti, soprattutto baristi e ristoratori che hanno fatto affari d'oro, finalmente assaporano la pausa. Molti hanno chiuso i locali: il ‘tour de force’ è finito, il riposo è meritato, ma in fondo anche loro si sono divertiti e sentono la mancanza di tanta allegria. Già, perchè il buon umore è contagioso, e gli alpini ne hanno portato un po' per tutti. In piazzale Santa Croce e in viale Maria Vittoria le bancarelle stanno smobilitando.

    Sul Lungoparma il trasloco è avvenuto nella notte. Le tribune metalliche sullo stradone, ancora montate, sono come cattedrali nel deserto: segno tangibile della ritirata e della malinconia lasciata. Anche i tombini, sigillati per motivi di sicurezza, sono ancora chiusi e i primi addetti iniziano i lavori di sistemazione per tornare alla normalità. I parcheggi, chiusi da giorni, iniziano a riempirsi. Altra prova che Parma riprende il ritmo frenetico di sempre. Nei bar, in Piazza, al Parco Ducale sono tanti i crocchi di amici che non parlano d'altro: ‘Che bella festa!’, è la frase ricorrente. Soprattutto i pensionati che affollano panchine e tavolini dei locali in centro non risparmiano i racconti. C'è chi ha bevuto, chi ha ballato, chi ha cantato con loro.

    Chi li aveva sotto casa, chi li ha incontrati per strada: tutti contenti chiacchierano con gli amici delle avventure di un weekend che ‘chissà quando si ripeterà’, dicono in molti con rimpianto. Camminando per le vie appena fuori dal centro storico si vede ancora qualche tenda, qua e là. Anche qualche alpino che evidentemente non si decide a lasciare Parma. E i parmigiani ne sono felici. Purtroppo la festa è davvero finita e ‘Chissà quando ritornerà’.