Orgoglio italiano

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    Con grande interesse ho letto il suo editoriale pubblicato su L’Alpino di novembre dal titolo “Segnali che inquietano”. Mi sono sentito interpellato dalla sua conclusione nella quale scrive: “Tenere duro su questi valori non è questione confessionale, ma di civiltà.

    Ed è su questa frontiera che gli Alpini hanno molto da dire al Paese e oltre frontiera. Nel pensiero e nei fatti”. Le voglio brevemente spiegare le ragioni della mia rispondenza. Da 45 anni risiedo a Wolfsburg, città della Germania settentrionale, sede del gruppo automobilistico Volkswagen. In questa città vivono circa 7mila italiani o discendenti d’italiani che dal 1963 sino ad oggi hanno contribuito al successo dell’azienda Volkswagen. Ho sempre considerato un aspetto fondamentale della mia attività in questa città dare il mio contributo a mantenere e a rafforzare questo avamposto di civiltà italiana che, da circa 50 anni, ha saputo dare il meglio di sé, come è stato recentemente riconosciuto dall’ambasciatore d’Italia a Berlino. Ma, per svolgere al meglio questo compito, abbiamo bisogno del supporto morale degli italiani che vivono in patria. E l’arrivo mensile de L’Alpino è sempre giorno di festa e di grande aiuto e conforto per continuare a svolgere il compito che la vita mi ha affidato. La ringrazio per ciò, e mi auguro di poterla leggere ancora per molti anni.

    Franco Matteucci – Wolfsburg (Germania)

    Gli italiani all’estero sono spesso gli alfieri del miglior stile italiano. Lontani dalle polemiche spesso autolesionistiche di chi è rimasto, portano nell’animo il meglio del proprio Dna e il rispetto per la loro Patria che nasce in loro dalla nostalgia.