Non solo monumenti di pietra

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    Sono stato a Caporetto. Un’esperienza profondamente toccante che ha suscitato in me un forte desiderio di condivisione. Raggiungiamo Cividale del Friuli con un cielo grigio e piovoso. Proseguendo oltre il confine arriviamo a Kobarid, Caporetto nella Prima Guerra Mondiale.

     

    Il Sacrario militare è posto sulla cima di un colle. Due alti muri di pietra, posti a gradino, circondano la parte sommitale sulla quale vigila una silenziosa chiesetta votiva. Saliamo l’ampia scalinata di accesso. Lungo questi freddi muri sono scritti i nomi dei Caduti, su piccole lastre, tutte uguali, in successione continua. Li scorriamo in silenzio fino a trovare inciso un nome a noi noto: A.P. (fratello di nostro padre a sua volta combattente alpino sul Pasubio). La sua medaglia d’argento non altera la sorte che il destino gli ha assegnato. Restiamo in raccoglimento davanti a tutte quelle lapidi mute. Una pioggia silenziosa sembra aumentare la sacralità di quel luogo della memoria. Più in basso, oltre i muri, verso la conca di Dreznica, il verde intenso dei prati bagnati dalla pioggia è come una muta, immobile testimonianza. Oltre ancora, la cima del Montenero svanisce nella densa foschia (… o tu vile Montenero, traditor della vita mia…). Sento il peso del mio cappello alpino, simbolo e compendio di un sacrificio che altri hanno vissuto, di un dovere pericolosamente compiuto, fino all’estremo. Riprendiamo il percorso verso Gorizia, lungo l’Isonzo… monte San Michele, poi il Piave, il Montello… ma i Sacrari di Caporetto, Oslavia, Redipuglia, Nervesa, Fagarè, monte Grappa, Asiago… non sono solo monumenti di pietra, sono, penso, luoghi di adunata di vite giovani e meno giovani che continuano silenziosamente la loro esistenza. “… ma chi soldato fra i soldati muore sarà giovane sempre sulla terra” – Umberto Saba.

    Renzo Perfumi, Brescia

    Caro Renzo, mentre leggevo queste righe pensavo dentro di me: talvolta le parole hanno il valore di una musica, che ti porta oltre il loro significato. Pensavo dentro di me alle note di un Requiem. Poi arrivato alla fine ho scoperto perché. Erano le parole di un grandissimo poeta. Grazie.