Nikolajewka, per non dimenticare – 62° anniversario battaglia

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    COLICO celebrato il 62° anniversario della storica battaglia che segnò la fine della campagna di Russia
    L’omaggio ai Caduti, la riconoscenza ai reduci. Il presidente Perona ai giovani alpini: Siate i benvenuti nella nostra grande Associazione

    Nel 1950 il generale Reverberi, comandante della Tridentina in Russia, commemorò a fine gennaio, a Colico, la battaglia di Nikolajewka. Un personaggio rimasto nella storia degli alpini indicò ancora una volta la strada, quella della memoria, per ricordare quanti non tornarono dalla steppa russa e per o­norare i reduci. Da allora, ogni anno, gli alpini di Colico celebrano l’anniversario della battaglia. Negli ultimi anni l’oratore ufficiale era stato Peppino Prisco, uno dei due ufficiali superstiti del battaglione L’Aquila , del 9 reggimento Alpini, divisione Julia.

    Ancora una volta, dunque, Colico, che ha dato generazioni di alpini al 5 reggimento, ha celebrato l’anniversario, il 62esimo, della battaglia con la quale fu possibile rompere l’accerchiamento russo. Il prezzo pagato in quella sciagurata campagna fu altissimo: gli alpini scrissero forse le più alte pagine di eroismo della loro storia. Va aggiunto che in decine di sezioni e tantissimi gruppi gli alpini hanno commemorato l’anniversario della battaglia. Fra le celebrazioni più significative ricordiamo quella della sezione di Brescia, come riferiamo in queste pagine.

    La sezione di Colico ha, dunque, degnamente commemorato questo 62esimo anniversario. Lo ha fatto seguendo un cerimoniale consueto, che però continua di anno in anno a suscitare sentimenti forti, rinnova l’omaggio ai nostri Caduti e la riconoscenza ai reduci. Centinaia di penne nere (con dieci vessilli e un centinaio di gagliardetti) sono convenute a Colico, hanno sfilato per la città imbandierata, hanno assistito ad una S. Messa accompagnata dalle voci del coro Musica Viva e concelebrata da monsignor Bonicelli, già ordinario militare, dal parroco di Colico don Flavio Crosta, il cappellano del 5 Alpini don Claudio Recchiuti e da padre Lino Gurini, da sempre vicino agli alpini della sezione.

    C’erano il presidente nazionale Corrado Perona con il presidente della sezione Luigi Bernardi, il sindaco di Colico Milo Crespi e la giunta comunale al completo, il comandante del 5º reggimento alpini colonnello Baron, i sindaci di quindici paesi del circondario, il prefetto Roberto Aragno, l’onorevole Ugo Parolo, il questore Matteo Turillo, il comandante dei carabinieri ten. colonnello Michele Di Santo e della Guardia di Finanza ten. col. Salvatore Longo e il presidente della comunità montana Carlo Molteni. All’omelia, monsignor Bonicelli ha affermato che senza memoria non c’è cultura, senza cultura non c’è civiltà .

    Ed ha detto che è necessario ricordare perché si crei in noi un esercito di anticorpi che ci tolga la voglia di violenza e di guerra ed ha invitato gli alpini ad essere il sale che esorcizza ciò che c’è di male nella società . Concluso il rito religioso si è formato il corteo scandito dalle fanfare della brigata alpina Taurinense, Alto Lario (della sezione di Colico) e dalla Fanfara alpina Valtellinese. Gli alpini hanno raggiunto il monumento ai Caduti eretto nella piazza antistante il municipio battezzata Piazza degli Alpini , dove è stato fatto l’alzabandiera seguito dalla deposizione di una corona da parte di due alpini un alpino e una alpina affiancati da due carabinieri e da due agenti della polizia di Stato.

    In questa piazza ci sentiamo a casa ha esordito il presidente della sezione Luigi Bernardi che ha ricordato il generale Reverberi e il suo Tridentina, avanti! , il grido con il quale diede inizio all’attacco per sfondare l’accerchiamento. Ha quindi commemorato il capitano di fregata Bruno Vianini, nativo di Colico, morto nel disastro aereo avvenuto due giorni prima in Afghanistan in cui hanno perso la vita 104 persone. Il capitano Vianini stava andando in missione in quel Paese ancora tormentato dalla guerra. Alla sua memoria è stato tributato un minuto di silenzio, alle note del Piave .

    Non celebriamo l’anniversario della battaglia di Nikolajewka per nostalgia o per spirito bellico ha ripreso Bernardi ma per ricordare ai giovani la tragedia della guerra, perché sappiano quanto è importante vivere in pace . Ed ha ringraziato i reduci, un gruppetto dei quali era al posto d’onore, in prima fila. Siamo qui per o­norarli , ha concluso. Il saluto della città e di tutto l’alto Lario è stato portato dal primo cittadino di Colico Milo Crespi. Sono qui a dare testimonianza di quanto siano legate agli alpini questa città e le città di tutto il circondario, come dimostra anche la presenza di tanti sindaci convenuti per questa commemorazione .

    Crespi ha affermato che è necessario insegnare la storia ai giovani, perché conoscano le tragedie che sono avvenute. Parole in questo senso sono state espresse anche dal prefetto Aragno, affermando che è nostro preciso dovere trasmettere ai giovani i valori di libertà e di rispetto degli altri popoli per scongiurare la guerra . È stata la volta della celebrazione ufficiale, da parte del nostro presidente nazionale Corrado Perona, che non a caso si è rivolto ai ragazzi delle scuole che partecipavano alla manifestazione e li ha ringraziati.

    Poi l’attenzione ai reduci: Vada a voi l’abbraccio di tutta la nostra Associazione ha detto il presidente, che ha ricordato come gennaio sia un mese particolarmente intenso, per le celebrazione dei Caduti della Tridentina, della Cuneense e della Julia. Manifestazioni alle quali è grande il concorso anche dei semplici cittadini, ai quali ha continuato Perona io dico che l’Italia non è certo quella che appare negli spettacoli delle varie televisioni, che c’è un’Italia di valori e di princìpi. E rivolgendosi agli alpini in divisa ha ricordato i loro commilitoni che si trovano in missione all’estero, in terre tormentate.

    Voi portate il nostro stesso cappello, che è quello dei nostri padri e dei nostri nonni e bisnonni , ha detto il presidente. Ed ha continuato accennando alla sospensione della leva, per dire che anche se ci hanno tolto qualcosa che ci apparteneva da generazioni, e in modo che ancora ci offende, questa sospensione non ci fa rinunciare a nulla . Un giovane ha detto ancora Perona ieri sera mi ha chiesto quando faremo l’Adunata a Napoli. A Napoli ci siamo stati quattro volte, l’ultima nel ’73, e ci verremo ancora se il Consiglio nazionale lo deciderà! .

    E parlando agli alpini della rappresentanza del 5º: Sta a voi assimilare l’alpinità: è facile, basta ripercorrere la storia del nostro Corpo. Se deciderete di stare con noi, sappiate che siete i benvenuti e che sarà per noi la più grande soddisfazione . Ed ha concluso: L’Associazione ha bisogno di tutti gli alpini, nessuno deve tirarsi indietro. Ancora una volta ci aspetta un lavoro gravoso, ma se sapremo essere uniti questa Associazione avrà un nuovo, grande avvenire. Viva l’Italia, viva gli alpini . Il discorso è stato accolto con un lungo, caloroso applauso.