Nikolajewka insegna ancora

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    Ricordo e insegnamento: sono queste le parole che meglio esprimono il significato delle celebrazioni per il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka, organizzato dalla sezione di Colico. La commemorazione del 3 febbraio si è svolta in un panorama di montagne innevate e ha popolato il paese di penne nere.

     

    Le celebrazioni hanno avuto un prezioso prologo sabato sera, nella chiesa di San Giorgio, dove si è esibita in concerto la fanfara della brigata alpina Taurinense, diretta dal maresciallo Marco Calandri, con un repertorio di musica classica e militare. La cerimonia ha avuto inizio domenica mattina in piazza 5° Alpini con l’alzabandiera, alla presenza del vice comandante delle Truppe alpine, gen. D. Fausto Macor e di un picchetto armato del 5° Alpini di Vipiteno con il suo comandante colonnello Michele Biasiutti.

    Nel corso della Messa, concelebrata con i parroci del territorio, il vescovo mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica Vaticana, ha affermato che”gli alpini stanno mantenendo viva la storia e la memoria della nostra gente”. Ed ha concluso: “La vostra associazione è una tra le cose più pulite che ci siano oggi in Italia”. Gli alpini della Sezione hanno quindi percorso le vie cittadine, imbandierate a festa, accompagnati dalla fanfara della Taurinense e dalla fanfara alpina Alto Lario. Ad aprire il corteo c’erano i gonfaloni della Regione Lombardia, del Comune di Colico, delle Province di Lecco, Como e Sondrio. Hanno sfilato anche numerosi sindaci in fascia tricolore e un nutrito gruppo di volontari della Protezione Civile, i volontari delle squadre antincendio ANA, della PC comunale e della Croce Rossa.

    Presenti, con il consigliere nazionale Mariano Spreafico, i vessilli delle sezioni di Colico, Como, Lecco, Milano, Monza, Omegna, Sondrio, Tirano, Vallecamonica e Vicenza. Oltre 120 i gagliardetti, insieme a numerosi rappresentanti di associazioni d’arma e civili. La corona ai Caduti di tutte le guerre è stata scortata dal generale Macor, dal presidente emerito Beppe Parazzini, dal prefetto di Lecco Antonia Bellomo, dal presidente della sezione di Colico Luigi Bernardi e dal sindaco Raffaele Grega. Nel suo intervento il presidente Bernardi ha ricordato la presenza a Colico, nel lontano 1950, del generale Luigi Reverberi che il 26 gennaio 1943 al grido “Tridentina avanti!” spronava gli alpini verso la salvezza.

    Accostando a monito e testimonianza i reduci presenti ai numerosi giovani delle scuole, Bernardi ha rievocato la battaglia, “la più drammatica e la più esaltante delle storie dei soldati italiani, degli alpini, una grande vittoria nel contesto di una immane tragedia”, per “ricordare gli orrori della guerra, perché se non c’è la memoria, l’uomo è destinato a ripetere gli stessi errori”. E ancora “L’impegno, il sacrificio, il rischio, le responsabilità, il grande senso di umanità profusi nelle drammatiche realtà della ritirata sono e resteranno un valido punto di riferimento per tutti gli italiani”.

    Il prefetto Bellomo, con parole commosse e sentimenti di ammirazione e gratitudine verso gli alpini, ha detto che “di fronte alla crisi che stiamo vivendo dobbiamo riprendere un po’ del nostro orgoglio di essere italiani, facendo leva sul coraggio e sul senso del dovere”. Il generale Macor ha portato il saluto del comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primicerj e ha ringraziato l’ANA per la costante, profonda e tenace determinazione nel mantenere il ricordo: “È vero che ci furono molti sbandati, ma gli alpini delle unità ancora efficienti con i loro comandanti, in quel momento difficilissimo, ebbero la capacità di esprimere una operatività tale perché erano preparati, di quella preparazione che si fa in montagna, inquadrati e disciplinati e mantennero quella indispensabile coesione perché comandati da chi con l’esempio riuscì a combattere fino all’ultimo”.

    Beppe Parazzini ha tenuto la commemorazione ufficiale insieme al reduce gen. Luigi Morena. Ha ricordato alcuni protagonisti di Nikolajewka come Nelson Cenci il cui attendente sciolse la neve con la bocca e gli accostò le labbra per dissetarlo, come Leonardo Caprioli che ritrovò in un’isba suo fratello che credeva morto. Parazzini ha poi affermato a gran voce che “i nostri reduci, una volta tornati a baita, si sono iscritti all’Associazione per continuare a svolgere, da alpini, un ruolo nella società; hanno incentivato la solidarietà e dimostrato vicinanza alle Truppe alpine, un aspetto questo che è dimostrato anche oggi dal recente viaggio del presidente Perona in Afghanistan”.

    Al termine della celebrazione, tra gli applausi, sono stati premiati i reduci con un cappello alpino sbalzato in argento. Ricorrendo poi quest’anno il ventennale della costruzione dell’asilo di Rossosch, laddove c’era il comando del Corpo d’Armata alpino in Russia, sono stati consegnati, dal Presidente, dal sindaco, dal prefetto e da Beppe Parazzini, le targhe ricordo ai volontari della sezione di Colico che prestarono la loro opera per costruire l’asilo.


    Da Madesimo alla Madonna d’Europa

    Le sezioni di Como, Colico, Lecco e Sondrio hanno ricordato il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka a Madesimo, in Valle Spluga. All’imbrunire duecento alpini sono partiti dal paese, a 1.500 metri e, in marcia sulla neve, sono arrivati all’Alpe Motta e alla Madonna d’Europa, a quota 1.950, dove si è svolta una breve cerimonia con l’archimandrita di Kiev che ha portato un’icona e ha pregato con gli alpini. È stata una notte magica, alla luce delle fiaccole, con le note del Silenzio che hanno accompagnato la Preghiera dell’Alpino recitata in coro sotto un cielo stellato.

    Oltre alle autorità locali hanno partecipato il vice presidente vicario Adriano Crugnola, il colonnello Fabio Asso in rappresentanza delle Truppe alpine, il console di Germania Jurgen Bubendey e la vice console dell’Ucraina Svitlana Savchuk. Visto il buon esito della manifestazione i presidenti delle Sezioni organizzatrici hanno deciso di programmare l’incontro anche per i prossimi anni.