Nessuna scusa

    0
    72

    Mi riferisco alla lettera pubblicata sul numero di aprile de L’Alpino. Innanzitutto spero che Matteo Temesio si sia ripreso completamente e gli auguro ogni bene, gli raccomando tuttavia di non seguire il consiglio che gli è stato dato dalla redazione di “cambiare autore”.

     

    Il riferimento per quanto riguarda gli alpini è riferito alla Proposta di Legge n. 607 discussa in sede referente il primo ottobre 2008, (non cito né il primo firmatario né il partito che rappresenta) e proponeva appunto che “… i volontari residenti nelle regioni dell’arco alpino in ferma prefissata… ricevano un assegno mensile integrativo pari a 500 euro…”. Proposta di Legge che poi non è stata approvata. Si tratta di documenti pubblici disponibili sul sito del Parlamento, non saprei quali siano le “balle” raccontate “…tanto ormai non paga più nessuno”. Purtroppo la risposta data a Matteo Temesio non fa che confermare le tesi sviluppate nel libro che personalmente considero una rivelazione, estremamente efficace nel diffondere le pagine di storia sull’Unità d’Italia che sono state stracciate dai testi scolastici di ogni ordine e grado. Invio la presente per conoscenza al Presidente della mia Sezione per proporgli di regalare una copia del libro “Terroni” a tutti gli alunni della scuola media di Lamon da parte degli alpini. Mi auguro che quest’ultima proposta venga accolta e che venga citata nella lettera di scuse che la redazione de L’Alpino vorrà inviare all’autore Pino Aprile. Con il massimo rispetto porgo cordiali saluti.

    Gino Tiziani, Lamon (Belluno)

    Pino Aprile sostiene che i problemi del Sud sono l’effetto di ciò che ha prodotto l’unificazione dell’Italia con il Risorgimento. Egli afferma che in quel momento il Regno delle Due Sicilie godeva di un generale stato di benessere equiparabile a quello del Nord e che l’unità d’Italia è avvenuta “con i soldi e il sangue dei meridionali”. I quali avrebbero subìto una vera e propria aggressione, obbligandoli a darsi alla macchia, dando origine al brigantaggio. Scrivere poi che “chi butta le carte per terra va in galera, ma solo se napoletano” mi sembra provocazione meridionalista. Opinioni mie ovviamente, senza che mi senta in dovere di chiedere scusa per averle espresse.