Motore alpino…

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    Grande, grandissima stagione di Giandomenico Basso, il pilota di Cavaso del Tomba che, in un crescendo rossiniano, lo scorso mese di ottobre a Verona, si aggiudica il Campionato Italiano di Rally alla guida di una Ford Fiesta R5, alimentata a gas per la prima parte della stagione, per poi tornare alla più classica alimentazione a benzina. Giandomenico Basso, da pronunciare tutto d’un fiato quasi fosse uno scioglilingua, alla fine di una stagione massacrante ma dall’epilogo indimenticabile, è riuscito a sbaragliare la folta e agguerrita concorrenza bissando il successo del 2007 a suggellare così una carriera fin qui prestigiosa ma che, vista la determinazione e la professionalità del pilota, promette altri grandi traguardi ambiziosi. 

     

    Primo fra tutti e sogno nel cassetto del campione, poter partecipare a un mondiale, con un team ufficiale in grado di metterlo nelle migliori condizioni per potersi confrontare ad armi pari con i grandi campioni intercontinentali. Quando ti dice questo, Gian, perché così lo chiama chi lo conosce fin da bambino, non lo fa con presunzione bensì con realistica e oggettiva convinzione dei propri mezzi, consapevole che non bastano solo i soldi (e ce ne vogliono comunque tanti!) per primeggiare in uno sport così competitivo ma che, solo una dura gavetta unita a una passione sfrenata possono farti raggiungere traguardi tanto importanti.

    Gian è così, ti viene incontro, ti stringe la mano guardandoti dritto negli occhi. Un gesto d’altri tempi ormai. È un campione, ma non lo fa pesare, lascia invece intravvedere serenità e determinazione, doti utili nei momenti cruciali delle gare in cui, davanti all’imprevisto, sempre dietro l’angolo in uno sport di velocità come il rally, occorre prendere decisioni in una frazione di secondo mantenendo la massima lucidità. Sembra ancora più maturo degli anni che ha, anche se il fisico allenato sottolinea una preparazione atletica costante, che non lascia nulla al caso e che si fonda sull’equilibrio psicofisico ottimale.

    Ti racconta della sua vita segnata fin da bambino dalla passione per i motori, trasmessagli dal papà Piero, artigliere da montagna, che nel dopo scuola lo portava a fare pratica nel kartodromo di Jesolo, vera scuola di guida che gli tornerà utile nel prosieguo della carriera. Anno dopo anno determinazione e classe portano Gian a scalare le classifiche, attraverso la dura scuola della strada, alternando sconfitte e vittorie, delusioni e soddisfazioni, temprandone il carattere e facendo uscire finalmente il campione. Dal 1998 con la vittoria nel Trofeo Fiat, vera forgia di campioni, è stato un crescendo di successi ampiamente meritati, ottenuti attraverso la sana competizione non scendendo mai a compromessi o, peggio ancora, ricorrendo a trucchi disonesti. Dal destino avverso, attraverso una dura disciplina di vita fondata su principi ferrei e solidità morale, il nostro ha sempre tratto i giusti insegnamenti che lo hanno aiutato a rialzarsi dopo ogni sconfitta e a ripartire ancora più forte… caratteristica delle persone semplici, di un artigliere da montagna.

    Verona, 16 ottobre 2016, parterre delle premiazioni, Giandomenico ha conquistato da pochi minuti il tricolore rally, i fans impazziti gli si fanno incontro per una foto, una stretta di mano, un semplice complimento quando, all’improvviso, qualcuno (leggenda pedemontana dice sia il futuro suocero Nino Piazzetta, alpino fin nel midollo) gli allunga un cappello da alpino per immortalare il momento. Gian, nella confusione del momento, non avendolo riconosciuto come il suo lo rifiuta con educata fermezza e solo dopo aver avuto assicurazione che si trattava proprio dello stesso con cui aveva fatto la “naja” nel 3º da montagna, gruppo Udine di stanza a Tolmezzo, lo calca e con orgoglio si consegna alla storia del rally.

    Qualche minuto più tardi dirà: «Nella confusione del momento non avevo riconosciuto il mio cappello e solo con il mio mi sarei fatto fotografare». Questo è Giandomenico Basso, artigliere da montagna, campione di sport ma soprattutto di stile. Un uomo a cui non è stato regalato niente e si è meritato il successo, chilometro dopo chilometro, curva dopo curva. E volete che uno così possa mettersi, anche per una semplice foto il cappello di un altro…? Vai Gian, corri veloce e che la vittoria arrivi sempre per te. Lo meriti.

    Giuseppe Rugolo
    presidente.bassano@ana.it