MONZA – Una luce di tradizione e memoria

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    In questo periodo di celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, uno dei temi ricorrenti negli incontri del nostro Gruppo di Trezzo sull’Adda era: cosa possiamo fare per onorare, trasmettere e non dimenticare? Forti del fatto che il prossimo anno festeggeremo il 30º di fondazione e organizzeremo il raduno sezionale.

    A qualcuno di noi è venuto in mente che all’interno della Chiesa prepositurale della nostra città e più precisamente nella Cappella della Regina Pacis era posto un lampadario comunemente denominato “al lampadari di öf ” (il lampadario delle uova) poiché finanziato anche con il ricavato della vendita domenicale delle uova da parte delle donne di Trezzo, a ricordo dei Caduti trezzesi della Prima Guerra Mondiale.

    Il manufatto realizzato nel 1923 da Giovanni Radaelli su disegno dell’architetto Annoni, a seguito dei lavori di ristrutturazione della Chiesa avvenuti negli anni Novanta venne dislocato nei magazzini parrocchiali, senza troppa cura. La ricerca ci ha permesso di raccogliere quasi tutti i componenti del lampadario, alcune parti sono state rifatte ex novo, sono state pulite, lavate, sabbiate, saldate, intrecciate ridando forma ai fiocchi. Si è provveduto ad adeguare gli impianti elettrici e, con certosina attenzione, “al lampadari di öf” è tornato a risplendere, nella sua antica ubicazione, nel corso di una semplice e sentita cerimonia alla presenza degli alpini, delle autorità civili cittadine e del nostro Presidente sezionale Mario Penati.

    L’impegno è stato notevole ma nello stesso tempo entusiasmante e stimolante per noi alpini; contagioso anche per i nostri concittadini che, ognuno con le proprie competenze, ci hanno consigliato e supportato. Tutto questo percorso è raccontato e illustrato in una pubblicazione che gratuitamente il Gruppo ha messo a disposizione di chiunque ne faccia richiesta. Oltre alla testimonianza così popolare e genuina della vendita delle uova, ci è piaciuta la simbologia collegata a tale alimento che seppur rappresentativo di una realtà agricola di quei tempi è anche il simbolo della vita e della rinascita dopo i drammi e le vicissitudini della guerra. Un gesto che ha voluto onorare la memoria e riconsegnare alla comunità di Trezzo sull’Adda un pezzo della sua storia.